giovedì 5 gennaio 2012

Dal vecchio blog... (maggio - giugno - luglio 2010)

venerdì, 07 maggio 2010

Un mese

 
Un mese...
E' passato un mese dall'ultimo post. E uno si immagina che sia successo chissà che per non scrivere, per non dare cenno alcuno di vita...
E invece non è successo niente, se non si considera la fatica di tutti i giorni: le uscite scolastiche, due gite, le prove Invalsi, un concorso a cui partecipare, i contatti con la scuola media, la preparazione agli esami di Fatina, i panni che non si asciugano per la pioggia, l'allergia al suo massimo stagionale, Blue che sta per ripartire, le riunioni in parrocchia, Werewolf che riparte e ritorna, eccetera, eccetera, eccetera.
Non è successo niente, e io sono stanca come se avessi sostenuto il mondo...


mercoledì, 19 maggio 2010

Rigori

 Un po' di anni fa, quando a Werewolf stavano spuntando i primi peli sul musetto, accadde un fatto per lui molto grave. Era una partita di quelle importanti, in cui qualcuno, per forza, deve vincere: era una finale.
Giocarono i minuti regolamentari, ma non bastò, così si decise tutto ai rigori.
Werewolf è sempre stato un difensore, non toccava a lui tirare in porta di solito. Tuttavia, tutti gli attaccanti avevano già tutti tirato il loro rigore e il risultato non si sbloccava. L'allenatore chiese chi tra gli altri si sentisse di provare. La partita si stava decidendo lì, e tutti lo sapevano. Nessuno si offrì. Così iniziò a interpellarli uno per uno: uno si tirò indietro, ma Werewolf, sempre ligio al dovere, non poteva rifiutare di eseguire l'ordine del mister.
Werewolf tirò il rigore.
A quel punto, se quello fosse stato un film della Disney, il pallone sarebbe entrato ed il coraggio di Werewolf e la sua dedizione alla squadra sarebbero stati premiati nel migliore dei modi.
Ma la palla è rotonda, l'emozione gioca i suoi scherzi, il destino pure, e non bastano il coraggio e la dedizione a volte: in conclusione, la vita non è un film.
Perciò, il pallone non entrò in rete e persero la partita.
Werewolf se la prese con se stesso e con il suo piede destro e, forse in preda ad una reminiscenza biblica da antico testamento (se il tuo occhio ti scandalizza cavalo... se la tua mano ruba tagliala...), prese a calci il palo della porta e restò azzoppato per una settimana. A nulla valsero i tentativi del Capitano e miei per dare una dimensione diversa all'accaduto: a nulla servì parlare, né mostrargli immagini di famosi rigori sbagliati; a nulla servì fargli ascoltare la canzone di De Gregori (La leva calcistica della classe 68), perchè lì, alla fine, il pallone entra; e una maglietta con la frase famosa che disse Baggio I RIGORI LI SBAGLIA SOLO CHI HA IL CORAGGIO DI TIRARLI è stata miseramente nascosta per anni sotto il mucchio di tutte le magliette da allenamento perchè ricordava, inequivocabilmente, quel momento di sconfitta.
Solo il tempo mitigò, in parte, quella rabbia mai del tutto abbandonata.
Ieri mattina, a scuola, partita tra la 5^ A e la 5^ B per decidere quale delle due classi parteciperà alle fasi provinciali del torneo di calcio: Werewolf è in doppia veste di educatore, con lo stesso numero di ore nelle due classi, e di allenatore della società organizzatrice del torneo. Non arbitra, osserva e consiglia. Dapprima è in vantaggio la 5^ A, poi la 5^ B rimonta e la partita si conclude in parità. Anche i primi rigori confermano la sostanziale uguaglianza delle due classi. Tocca a G, della 5^ A, tirare il rigore: gioca a calcio da sempre, da quest'anno anche nella squadra cittadina, dove Werewolf fa l'istruttore; è estremamente competitivo in ogni ambito della vita scolastica (tranne forse in italiano dato che la sua prima lingua è il dialetto...), è simpatico e brillante ed è uno dei leader della classe. Con lui abbiamo discusso per giorni dato che non voleva accettare che al torneo di calcio partecipassero anche le femmine. Ha troncato ogni discussione solo dopo il mio intervento: “Se non ti va bene puoi anche non giocare...”
G dunque tira il rigore. E prende il palo.
La 5^ A ha perso. La 5^ B accede ai provinciali.
Succede di perdere, e a G fa bene, ogni tanto, abbassare le ali. Ma è pur sempre un bambino di 10 anni. E nessuno dei suoi compagni gli si avvicina: troppa è la rabbia per avere perso per preoccuparsi anche dell'amico.
Werewolf gli si avvicina, gli mette un braccio attorno alle spalle e gli parla. Non so cosa si sono detti, io non c'ero: me l'hanno raccontato le colleghe. Werewolf mi racconta l'accaduto quando torna a casa, ma non dice quali parole ha usato. Di certo quel rigore di un po' di anni fa c'entra.
E la maglietta dei rigori può tornare a vedere il sole. 


giovedì, 20 maggio 2010

20

A Luna
da questo luogo di principesse

compl



venerdì, 21 maggio 2010

Bambini e ravanelli

Qualcosa di sconvolgente

"Io in quel paese ci ho insegnato, 20 anni fa... Che vergogna..." E' stato il mio primo pensiero leggendo il giornale ieri mattina.
Un paese come tanti, in questa provincia a cavallo del Po. Gente "normale", come in tutti questi paesi. Gente che ha lavorato tanto, che lavora tanto. Gente per cui la terra è tutto.
E' strano, a ben pensarci... in qualche decina di chilometri tutto cambia. O forse è cambiato in qualche decina d'anni.
Il paese dei miei genitori è, anch'esso, sulla riva del Po. Stessa provincia ma molto vicino ai paesi "rossi", quasi di fronte a quello di Peppone e don Camillo. Lì ho sentito spesso storie di solidarietà molto forte, di accoglienza. Lì il negozio di alimentari è "la cooperativa". Lì sono presenti le comunità indiane e del Bangladesh più numerose della Pianura Padana, senza problemi di integrazione, nelle vecchie case di campagna abbandonate...
La città nella quale sono nata e vissuta, nè buona nè cattiva, in verità. Un'economia del dopoguerra tutta fondata sulle grandi industrie fatte sorgere qui. Croce e delizia, hanno portato inquinamento e lavoro, ma anche coscienza operaria, compresi i meccanismi di solidarietà tra i lavoratori.
E poi quell'altra parte di provincia,dove la terra è tutto, dove si racconta che alcuni contadini piangessero più per la morte di una mucca che per quella di un figlio perchè "il figlio si rifà, ma la mucca si deve comprare" (ma queste magari sono solo malignità dei cittadini contro i campagnoli...)
Quel luogo dove accade che un uomo impedisca all'eliambulanza di atterrare perchè potrebbe rovinargli l'orto.
Quell'uomo per cui pomodori carote e insalata valgono di più della vita umana.
Quell'uomo a cui auguro un'invasione di cavallette decennale solo nel suo orto.
Quel paese che dovrebbe far sentire forte la sua voce per far sentire un idiota quell'uomo.
Quel paese in cui, al momento, nessuno dice nulla di quell'uomo.
UOMO?


domenica, 23 maggio 2010

Incubi


Sarà che da più di dieci giorni non sta bene, saranno le prove di ammissione agli esami che hanno un ritmo incalzante e una sensazione di definitivo: "dentro o fuori", e naturalmente l'ansia per gli esami, sarà che Light-Blue ultimamente si comporta in modo strano e lei, anche se non lo dice chiaramente, ci sta male... saranno tutte queste cose o forse no, ma Fatina è tornata ad essere preda notturna degli incubi.
Per due notti nel giro di quattro giorni, dopo che da tanto non succedeva.
Speriamo che passi... non sono più abituata a questi risvegli improvvisi...


mercoledì, 26 maggio 2010

Moto e madri degeneri

Allenamento di Fatina. Uscita dalla palestra.
L'allenatrice-amica di Fatina, di qualche mese più vecchia di lei, esce con il casco in mano, lo indossa e inforca una moto enduro parcheggiata lì davanti.
Fatina, che come me ama moto e motori in genere, esclama: “Che bella la tua moto!”
Io la guardo e subito le ricordo: “Deciditi a prendere il patentino, salame, che poi la moto la prendiamo anche a te, lo sai!”
(del resto anche Werewolf, dopo che ha dovuto abbandonare il suo vecchio scooter per raggiunti limiti di età e di chilometri, credo non disdegnerebbe di poter di nuovo cavalcare una moto...)
Fatina si schernisce: - Stavo scherzando... - e forse un po' si offende per averle ricordato questa sua piccola mancanza.
Una mamma giovane - età apparente poco più della metà dei miei anni – sta uscendo dalla palestra con la sua bambina: - Va bhe, ma poi la moto è anche pericolosa...-
Io, cresciuta con la Vespa del nonno per lunghi anni unico mezzo di trasporto a motore della famiglia... che a cinque anni – quando i tessuti tecnici ed il pile erano ancora lontani - avevo un giubbetto di pelle di pecora con tanto di lana all'interno per andare in moto con lui senza prendere troppo freddo... che ho appoggiato il Capitano quando, come primo acquisto voluttuario dopo qualche mese di matrimonio, ha scelto di acquistare una moto di seconda mano... che sono stata cinque ore in pronto soccorso accanto a Werewolf volato col suo scooter in una sera d'inverno... io non ho mai creduto nella pericolosità della moto. O meglio, non ho mai creduto nella sua maggior pericolosità rispetto ad altri mezzi. Prudenza, questo sì, e anche occhi aperti e rispetto per le norme di sicurezza (del resto io e il Capitano indossavamo sempre il casco anche se l'obbligatorietà era ancora lontanissima, ed il regalo per i 18 anni di Werewolf è stato un casco integrale anche se gli sarebbe bastato un caschetto).
Ma la moto per me è sempre stata il simbolo della libertà, e così ho risposto: - La moto? Noooo, non più pericolosa di molte altre cose.
La giovane mamma mi ha guardato, e temo abbia pensato anche male di me.
Per un attimo, solo per un attimo, mi sono chiesta: -Ma non sarò davvero una madre degenere?.
Poi mi sono detta: - Va bhe, c'è sicuramente di peggio... E ho proposto a Fatina che, se ci ripensa e intende fare la fatica, potrebbe, caso mai, pensare di prendere direttamente la patente A per poter guidare anche moto un po' più grandi...


venerdì, 11 giugno 2010

I due ULTIMO GIORNO di scuola

 
A chi, come me, lavora in tre classi con tempi-scuola diversi succede... A me succede da cinque anni...
Ogni anni ci sono due ultimo giorno... due ultimo giorno di scuola: il venerdì pomeriggio con la classe di tempo pieno, il sabato mattina con la classe all'antimeridiano,
Così anche quest'anno.
E oggi è trascorso il primo “ultimo giorno di scuola”. In una terza di pochi bambini, tanti dei quali stranieri, in cui facevo solo sei ore alla settimana.
“Ci sarai maestra l'anno prossimo?” “Non so bambini, vedremo cosa mi dice di fare la preside... Ma in ogni caso sarò ancora nella scuola, anche se non sarò una delle vostre maestre ci vedremo ugualmente, non preoccupatevi!”
“Ciao maestra, buone vacanze!”
“Ciao bambini!”

 
Poi, veloce, mi avvio in bici per raggiungere Fatina con la quale ho appuntamento da una dottoressa di lì a poco.
“Maestra... maestra...” Mi giro ma non vedo nessuno.
“Maestra! Maestra!” Ah, eccolo! E' lui, F., brasiliano, orgogliosissimo e nello stesso tempo menefreghista se gli chiedi di sforzarsi un po' di più. E' lui che, quando abbiamo parlato dei prodotti della pianura, continuava a ripetere: “caffè” e io ho dovuto rivedere la geografia dei libri di testo, che dà per scontato che le pianure da studiare per prime siano solo quelle italiane...
Arriva in bicicletta... anzi seduto sul portapacchi della bici del suo amico, che pedala all'impazzata per raggiungermi.
Rallento. “Ciao F.”
“Grazie maestra, che ci hai insegnato tutte quelle cose!”
Sono quasi trent'anni che faccio la maestra. Nessuno mi ha mai detto una cosa simile.
“Prego! Buone vacanze F.”

 
Il primo “ultimo giorno di scuola” è andato proprio bene!


lunedì, 14 giugno 2010

Ultimo giorno

 Ore 8:05
- Maestra, oggi è l'ultimo giorno...
- Sì, grazie, me ne ricordavo
- Ma io dopo piangerò!Tu non piangerai?
. Non ci penso proprio.
- Tu non ci vuoi bene...

 
Ore 8.30
- Maestra, ma l'anno prossimo con i bambini piccoli, sarete proprio in questa classe?
- Mah, non so. Credo di no...
- Ah, meno male!

 
Ore 8.45
- Maestra, posso venirti a trovare l'anno prossimo qui a scuola?
- Prova, ma non so se vi lasciano passare. Quest'anno la preside aveva dato ordine di non lasciar entrare i grandi durante le lezioni.
- :-(((

 
Ore 9.00
- Maestra, ma tu sei sempre socia in piscina, vero?
- Certo.
- Allora ci vediamo lì!

 
Ore 9.05
- Maestra, sei sicura che non piangerai?
- Certo che sono sicura!

 
Ore 9.15
- Maestra, visto che togli i cartelloni ce li dai da portare a casa?
- D'accordo!

 
Ore 9.20
- Chi vuole quello dell'analisi grammaticale?
 -  Io!
- Io!
- Io!
Siete in troppi, dobbiamo tirare a sorte.

 
Ore 9.25
- Ma dove lo metti il cartellone dell'analisi grammaticale? E' una striscia di più di due metri...
. Ma maestra, sono nella casa nuova, la mia stanza è tutta da decorare...

 
Ore 9.40

- Chi vuole il cartellone con le bandiere dei paesi europei?
- Io!
- Io!
- Io!
- Io!
- Tiriamo ancora a sorte, ma chi ha già avuto un cartellone è escluso.
- Ma non è giusto!

 
Ore 10
- Maestra, possiamo andare alla macchinetta a prenderti il caffè?
- Grazie! Macchiato, decaffeinato, dolce.

 
Ore 10.10
- Ecco il caffè, ci ha aiutato un'altra maestra perchè non sapevamo bene che bottoni schiacciare.
. Ragazzi, se alla fine della quinta non sapete leggere le indicazioni su una macchinetta del caffè siamo rovinati, vi devo bocciare tutti!

 
Ore 10.11Mettetevi in fila che andiamo un po' in giardino a giocare

 
Ore 10,20
- Maestra, ma ci sono dei bocciati?
- Ma se non abbiamo ancora fatto gli scrutini! E poi non sono fatti vostri in questo momento, andate a giocare!
- Eh, ma se ci bocciate sono fatti nostri!
Ore 10.30
- Maestra, ti posso abbracciare?
- Già adesso? Ma no, dai, ci salutiamo dopo.

 
Ore 11
- Ragazzi, dobbiamo rientrare, non sta bene farci vedere fuori per così tanto tempo.
- Ma maestra, è l'ultimo giorno!
- Sì, ma ormai gli alunni delle altre classi sono tutti dentro …
Ore 11.10
- Maestra, a me viene già da piangere... Ma a te no?
- No, nemmeno un po'.
Ore 11.30
- Maestra, il raccoglitore delle verifiche... posso portarlo a casa?
- Ma veramente non c'è più nessuno che ce l'ha a scuola...
Ore 11.40
- Ragazzi, guardiamo un dvd, siete troppo agitati e così vi calmate un po'

Ore 11.42
- Maestra, il dvd è noioso! Possiamo smettere di guardarlo e parlare?
- Ma se non è nemmeno iniziato, come fate a dire che è noioso?
- Dai maestra, lasciaci parlare... poi non siamo più tutti insieme!
Ore 12
- Maestre, lo so che le mamme oggi non sono gradite, ma io sono qui in veste di presidente del consiglio d'istituto e vi ho anche portato un regalino...
- Una rosa ciascuno? Grazie... ma non ci avevate già fatto un regalo?
- Sì, ma oggi va così...
Ore 12.10
- Maestra, mi fai la tua firma sul diario?
- Ma certo, dammi...
- Anche una dedica, maestra...
Ore 12.12
- Anche a me!
- Anche a me!
- Anche a me!
Ore 12.20
- Maestra, posso andare di là dalla maestra S a farmi fare la firma sul diario?
- Va bene
Ore 12. 22
- Anch'io!
- Anch'io!
- Anch'io!
Ore 12.40
- Ok, adesso chi vuole un abbraccione può venire a prenderselo, è il momento di iniziare a salutarci...
Ore 12.41
- Ragazzi, uno alla volta, abbiamo tutto il tempo..
Ore 12.52
- Preparatevi ragazzi, è quasi ora.
- Maestra, a me viene da piangere...
- Piangi...

 
Ore 12.55
-  Dai, mettetevi in fila... sembrate un gregge di pecore!

Ore 12.58
- Ormai ci siaamo...
- Maestra, facciamo il conto alla rovescia?
- Tutti insieme? Va bene...

 
Ore 12.59
- Sessanta, cinquantanove...
Guardali... sono grandi... hanno passato in questa scuola tante ore della loro vita... sono arrivati che erano cuccioletti e adesso escono che sono ragazzi...
- quarantanove, quarantotto...
Hanno imparato tante cose sul mondo, ma anche tante su se stessi... Chissà cosa resterà loro di questi cinque anni...
- trentatrè, trentadue...

Certo che la vita non sarà uguale per ciascuno di loro, qualcuno è già adesso “meno uguale” degli altri... Però magari ora che hanno imparato ad aiutarsi e a chiedere aiuto saranno meno soli...
- venticinque, ventiquattro...
Guardali... qualcuno sta piangendo senza ritegno, qualcuno si nasconde per non far vedere gli occhi lucidi, qualcuno si guarda attorno e cerca lo sguardo di un compagno...
- quindici, quattordici...

e i genitori, lì fuori, con le macchine fotografiche? Mah....
- dodici, undici...
- Maestra... ma stai piangendo anche tu!!!!

 
DIECI - NOVE - OTTO - SETTE - SEI - CINQUE - QUATTRO - TRE – DUE – UNO


sabato, 19 giugno 2010

Ci vuole un fisico bestiale...

Ci vuole un fisico bestiale per lavorare con i bambini, anche se nessuno ci crede.
Ci vuole un fisico ancor più bestiale per resistere 16 ore alla settimana in aula con bambini diversamente abili, con i 21 bambini in ciascuna delle due classi e con le 5 maestre di un team... e anche per fare altre 10 ore alla settimana di psicomotricità  e avviamento allo sport con altre 10 classi e almeno altre 10 maestre in varie altre scuole... e anche due allenamenti e una partita alla settimana con bambini dai 5 ai 7 anni...
Ci vuole un fisico bestiale e Werewolf, fin da piccolo, è sempre stato molto robusto... infatti ha resistito per un intero anno scolastico.
Ma c'è qualcosa a cui ci si abitua solo col tempo... la fine dell'anno scolastico  (e sportivo, che guarda caso coincidono!)
E così dopo un torneo provinciale e uno regionale, due cene di classe - una in agriturismo e una in un ristorante - e una cena con  i dirigenti del calcio, Werewolf non ce l'ha più fatta e ha disertato... la cena con noi cinque maestre!
Va bene il fisico bestiale, ma quando è troppo è troppo!   ;-)


domenica, 20 giugno 2010

Previsioni per l'estate

 
  • Una settimana in Croazia per me, Fatina ed il Capitano tra qualche giorno
  • Un altro mese di lavoro per Werewolf
  • Un esame per qualcuno che non si può dire?
  • Il riposo dopo gli esami per Fatina
  • Il trasferimento di tutta la Gabbia, al gran completo, per una settimana a Parigi a fine luglio
  • Almeno un mese di lavoro al computer, da parte mia, per preparare una serie di pagine web di documentazione per un progetto
  • Il tentativo di rendere la Gabbia un po' più pulita ed un po' meno simile alla tana di qualche animale
  • L'arrivo di Luna in un periodo non ben precisato (Werewolf è molto silenzioso su questo punto)
  • L'attesa di sapere in quale classe lavorerò il prossimo anno scolastico
  • Almeno una settimana di lavoro per mettere a posto laboratori di informatica della scuola

 
Nel frattempo: mancano quattro giorni alla partenza per le vacanze, tre riunioni a scuola, una serata con gli amici che festeggiano i 25 anni di matrimonio, la consegna dei registri, la stiratura di una montagna di magliette – camicie – pantaloni, la preparazione delle valigie e varie altre cose minori...


martedì, 22 giugno 2010

Se tu fossi qui...

 Caro Nonno Mario,
se tu adesso fossi qui, oggi sarebbe il tuo compleanno e io non ti darei del “tu” come sto facendo, semplicemente perché non l'ho mai fatto quando c'eri... Ero troppo piccola, quando ti ho conosciuto per la prima volta, per dare del tu a degli adulti che non conoscevo da tempo, e anche dopo non sono mai riuscita a cambiare abitudine.
Se tu fossi qui, in questo periodo, staresti guardando il mondiale, tutto: tre partite al giorno, come fa Werewolf, e avresti tutti il possibile per vederlo: Sky, televisore HD, digital key e ogni altra cosa nuova, perché quello era il tuo unico “vizio”, l'unico motivo per cui spendevi soldi per te stesso: la tecnologia televisiva. Verremmo a cena ogni tanto e tu ed il Capitano ridereste, parlereste, brontolereste un po' perché voi vi siete sempre voluti bene così.
Se ti fossi qui saresti ancora un nonno abbastanza giovane e guarderesti un po' intimorito Fatina crescere, e ti chiederesti da dove vengono quelle gambe lunghe e quella pelle chiara.
Ma soprattutto, se tu fossi stato qui quest'anno, avresti seguito Werewolf...
Prima di tutto l'avresti visto andare al lavoro in tuta (ti ricordi quando era piccolo piccolo e tu dicevi: “qualsiasi lavoro, purché lui non debba mai andare a lavorare in tuta”? Ti ricordi che ti prendevo un po' in giro e dicevo: “anche gli ingegneri indossano la tuta a volte, e anche i professori di ginnastica”? E tu allora mi concedevi l'eccezione... purché non fosse una “tuta blu”).
Poi l'avresti visto con addosso la divisa della squadra in cui tu avevi giocato tanti anni prima... - non la divisa da giocatore, quella da dirigente, ma credo che ne saresti stato fiero ugualmente – e magari qualche volta saresti andato con lui, con i palloni in auto e le divise da andare a prendere in sede.
Se tu fossi stato qui lo avresti visto, con quella divisa, ed i suoi bambini ordinati dietro di lui, varcare il cancello di quell'altro posto che avevi nel cuore, quei campi dove si allenava anche il Capitano, quella società che aveva un po' snobbato Werewolf, e che ora se lo trovava di fronte e provava un po' di soggezione e molta curiosità..
Se tu oggi fossi qui ti porterei la torta e ti farei spegnere le candeline, perché quando c'eri non volevi mai farlo.
Ma tu non sei qui, almeno non come c'eri un tempo. Io non so esattamente “dove” sei, ma spero che almeno un po' dei nostri pensieri, ogni tanto, arrivino fino a te.
Buon compleanno Nonno.


domenica, 27 giugno 2010

Croazia 25 giugno: CAPITA...

 Capita. Prima o poi capita.
Che tu riceva un sms da tuo figlio, che ti dice “ho avuto un incidente”.
E sai che è sulle montagne in mezzo all'autostrada sotto il diluvio.
E tu sei dall'altra parte del mare.
E devi pensare in fretta, per vedere cosa puoi fare, per capire se è vero quel che ti ha detto: che sta bene, che non è nulla di grave, che l'auto può ripartire...
E ti vengono in mente tremila cose che potresti fare se tu fossi in Italia, a casa tua, con internet e invece sei qui, in questo Paese, lontano da casa, con il cellulare che prende poco e internet che devi andarlo a cercare.
E allora, dopo qualche momento in cui non sai bene dove sbattere la testa, arriva l'unico pensiero sensato possibile: c'è lei, il mio alter-ego, la mia super sorella, nonché super zia di Werewolf e Fatina. E infatti non c'è bisogno di spiegarle nulla: basta un messaggio e lei prende in mano la situazione: sa far parlare Werewolf, rassicura me e lui, mantiene i collegamenti...
Forse non è così per tutti, ma secondo me i fratelli sono il regalo più prezioso che ci possa venire dai nostri genitori.
Avere una sorella come la mia è davvero, davvero, indescrivibile. 

Croazia 26 giugno: GLI OROLOGI DEL CAPITANO

 
Potete dargli gli orologi da mercatino, gli Swatch, i Casio, i Sector o quello che volete (temo anche i Rolex, ma non ne ho la prova provata...) ma il Capitano ha uno strano effetto sugli orologi...
E' successo la prima volta molti anni fa, quando il Nonno Mario stava male... Quando è arrivata la consapevolezza che non c'era più molto da sperare, l'orologio del Capitano -molto bello, regalo del Nonno- ha iniziato a correre... all'indietro. E' durata qualche mese... il Capitano si toglieva l'orologio e quello ricominciava ad andare all'avanti. Lo indossava per qualche ora e riprendeva ad andare all'indietro. Non sono serviti cambi di pile, puliture, controlli... Nessuno sapeva spiegare cosa succedeva, e l'orologio continuava così. Ad un certo punto si è fermato, dopo il funerale, e nulla e nessuno ha potuto farlo ripartire.
Si è ripetuto alcuni anni dopo, quando a star male era la Nonna. Stavolta gli orologi erano da poco,: si fermavano, riprendevano, perdevano le ore, e poi, uno alla volta, si fermavano definitivamente.
E poi, ogni tanto, ha continuato a succedere, soprattutto nei periodi di stress... l'orologio perde un quarto d'ora, mezz'ora al massimo, ma solo quando è al polso del Capitano, i cambi di pila non servono e il problema dopo un po' si risolve senza motivo apparente.
E' successo anche stavolta, con l'orologio che Werewolf aveva scelto per lui qualche anno fa, per una festa del papà.
Gli ho letto l'sms di Werewolf che diceva dell'incidente. L'ho visto rimanere senza parole per un bel po'; poi riprendersi ma impallidire; poi, pian piano, man mano che arrivavano notizie più tranquillizzanti, rasserenarsi. Dopo cena siamo usciti un po', a passeggiare sul lungomare. Gli ho chiesto: - Che ore sono? - Mi ha risposto: - Le nove e dieci- ma era già completamente buio e, in questa stagione mi sembrava strano, così ho controllato sul mio cellulare:
L'orologio era indietro di un'ora esatta: l'ora di vita che il Capitano ha perso attendendo notizie certe di Werewolf.
p. s.: tutto questo è accaduto ieri; oggi l'orologio del Capitano, come volevasi dimostrare, è rimasto perfettamente in orario per tutta la giornata.


venerdì, 02 luglio 2010

Croazia 1 luglio: IN QUESTO PAESE

In questo Paese sono già stata molte volte, anche quando questo Paese era un altro Paese con un altro nome.
In questo Paese c'è un mare stupendo, un po' freddino ma trasparente anche di notte.
In questo Paese la gente è accogliente e gentile.
In questo Paese abbiamo ancora bisogno dell'ufficio di cambio.
In questo Paese ho festeggiato due compleanni, a vent'anni di distanza l'uno dall'altro.
In questo Paese si offendono se non mangi tutto, anche se sei al ristorante.
In questo Paese ti portano la grappa a fine cena, anche se non la chiedi, e ti portano la grappa giusta dopo averti guardato in faccia.
In questo Paese hanno le ciotole al ristorante per portare l'acqua ai cani.
In questo Paese ci sono tanti bambini, e non danno fastidio a nessuno perché sono molto educati.
In questo Paese la parola “guerra” non è ancora qualcosa di lontano.
In questo Paese le donne con un corpo come il mio si mettono in due pezzi e non se ne vergognano.
In questo Paese la pelle di luna di Fatina non meraviglia nessuno.
In questo Paese mi sono sempre sentita a casa mia, e il Capitano dice che è un fatto di DNA...


sabato, 03 luglio 2010

Il ritorno: ACCAMPAMENTI

 Presenze nella Gabbia in data odierna: il Capitano ed io, Werewolf, Luna, Fatina, Light-Blue, per un totale di 6 persone.
Posti letto della Gabbia in zona climatizzata: 5.
Posti letto in zona torrida: 2, dei quali uno solitamente occupato da Light-Blue nei fine settimana.
Temperatura della zona torrida alle ore 23.45: oltre 30°.
Non sarebbe umano, davvero no, far dormire Light-Blue di là con quella temperatura, ma come fare?
Soluzione: sul pavimento della stanza di Fatina, nell'ordine, uno sopra l'altro: plaid di lana ripiegato; materassino da campeggio gonfiabile; sacco a pelo estivo; trapuntino estivo da letto matrimoniale piegato a metà con lato di cotone verso l'esterno; cuscino.
Considerato che in giro ci sono ancora le borse da viaggio semivuote, i panni asciutti da stirare, le scarpe e le ciabatte da rimettere via, i libri di scuola da portare in cantina e varie altre espressioni di disordine, la Gabbia questa sera è la perfetta riproduzione di un accampamento hippy...
Peace and love.


lunedì, 05 luglio 2010

Quando canterai la tua canzone

 Dedicato a Werewolf e a Fatina, ma anche a Luna e a Light – Blue
Lo so che non è la “vostra” musica. Ma il testo è anche per voi.

http://www.youtube.com/watch?v=um93pNQ7BVM

 Son stati giorni che han lasciato il segno
e stare al mondo è già di più un impegno.
E adesso giri con in tasca un pugno,
nell’altra tasca il tuo rimario

l'impatto con il mondo è sempre forte
per chi vorrebbe solo farne parte
e avere almeno due o tre cose certe
e avere un dio che si diverte

ma scegli tu fra botte e rime
e scegli tu fra inizio e fine
e scegli tu ma scegli tu per primo

e quando canterai la tua canzone
la canterai con tutto il tuo volume
lasciando qualcun altro a commentare
che tu devi andare

sono stati giorni di tempesta e vento
ed era pronto solo chi era pronto
ma adesso sai a cosa vai incontro
chi non è morto è già più forte

l'impatto con il mondo è sempre duro
per chi lo vede come un posto scuro
vorrei poterti essere utile davvero
poterti dire che sei al sicuro

ma scegli tu fra botte e rime
e scegli tu fra inizio e fine
e scegli tu ma scegli tu per primo

quando canterai la tua canzone
e te ne fregherai di quanto piove
la urlerai in faccia a chi non vuole
e non sa sentire
la rabbia l’innocenza e l’illusione
ti toccherà cantare l’emozione
che non sa nessuno

quando canterai la tua canzone
da quel momento in poi non puoi tornare
da quel momento in poi dovrai andare
con le tue parole

e quando canterai la tua canzone
la canterai con tutto il tuo volume
che sia per tre minuti o per la vita
avrà su il tuo nome
 
 
domenica, 18 luglio 2010

Operazione vacanze

 Organizzare un viaggio.
Organizzare un viaggio a Parigi.
Organizzare un viaggio a Parigi di circa una settimana.
Organizzare un viaggio a Parigi di circa una settimana per sei persone...
Gratificante: puoi usare tutta la tua creatività e le tue conoscenze.
Divertente: basta sapere cosa cercare su internet.
Complicato: un po' più di un problema di matematica, ma per fortuna nel computer c'è anche la calcolatrice.
Interessante: devi per forza chiedere ad ogni partecipante cosa vorrebbe fare o vedere, e questo ti permette di conoscerli meglio.
Noioso: quando devi decidere cosa mettere in valigia, quali viveri mettere nella borsa della cucina, quando lavare gli accappatoi.
Comico: quando fai l' “appello” e ad ognuno chiedi se tutti i documenti personali sono in regola.

 
Questa settimana nella Gabbia è partita l'operazione “VACANZE A PARIGI”.



lunedì, 19 luglio 2010

TRE

 
Il Capitano qualche giorno fa ha accompagnato Werewolf a riprendere l'auto dal carrozziere. Con loro sono andate anche Luna e Fatina, tanto per passare un po' di tempo e stare insieme.
L'auto non era ancora del tutto pronta e così sono rimasti una mezzoretta ad aspettare. Io non c'ero, ma m'immagino: quando sono insieme ridono, scherzano parlano. Non sono ragazzi caciaroni, non disturbano, ma certo un po' attirano l'attenzione.
Quando l'auto è pronta arriva il carrozziere con le chiavi, consegna l'auto e si rivolge al Capitano:
- Ma... sono tutti suoi?
Il Capitano risponde con una battuta, ma quando arriva a casa mi racconta la cosa, un po' meravigliato.
Ora, a parte l'opportunità che la gente perde spesso per farsi gli affari propri, appare inevitabile porsi qualche domanda.
TUTTI in realtà significava tre.
Sarebbe stato così strano che fossero tre fratelli? E' davvero così strano al giorno d'oggi avere tre figli, tanto da doversene meravigliare?
O forse la meraviglia era riferita al fatto che fossero lì contemporaneamente... Ma anche in questo caso, è così strano che tre ragazzi vadano col padre anche se non è strettamente necessario?

 
Ma che idea di figli e di famiglia c'è in questo paese?


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