mercoledì 4 gennaio 2012

Dal vecchio blog... (giugno - luglio - agosto 2009)

lunedì, 01 giugno 2009

Un libro e Fatina

Ho sempre pensato, da lettrice onnivora e compulsiva, che il verbo leggere, per dirla con Pennac, non sopportasse l'imperativo: non si può ordinare a nessuno di leggere contro voglia. Ho sempre sostenuto che la lettura ha bisogno di iniziative che la sostengano quando i bambini sono piuttosto piccoli, perché poi, dopo una certa età, non c'è più nulla da fare…   
Con le mie classi ho sempre lavorato in questo senso: ho cercato di  far conoscere ad amare, ai miei alunni, il meglio dei libri adatti a loro in circolazione, li ho incuriositi, ingolositi, invogliati e non ho mai chiesto una scheda libro se non erano loro che volevano farla.
Anche con i miei figli è stato così: tanti libri attorno fin da piccoli, lunghe visite in libreria lasciandoli cercare - e comprando - ciò che li attirava maggiormente (miei complici: bravi librai), gli eventi per ragazzi al Festivaletteratura, e, con Fatina, anche tantissime sere a leggere per lei   
Tuttavia, in fondo in fondo, ho sempre avuto anche un atteggiamento un po' snob, perché pensavo  che l'amore per la lettura fosse come la fede: un dono, ma non per tutti. A supportare questa mia tesi un po' nascosta il fatto che Werewolf e Fatina avessero con la lettura un rapporto completamente diverso: molto simile al mio e anche un po' più folle  Werewolf (con libri letti ovunque e comunque, in qualsiasi condizione di luce, in tempi brevissimi, saltando il sonno, cercando le versioni in lingua originale…); piuttosto distaccato Fatina (molti libri "ascoltati" da altri lettori, ma pochi, e scelti apparentemente a caso, letti autonomamente, tempi di lettura lunghi, spiccata preferenza per le trasposizioni cinematografiche…).
Ebbene, faccio ammenda, mi sbagliavo! E mi sbagliavo su molti fronti.
Complice un "obbligo" da parte della profe di italiano (se leggete un libro e mi fate la scheda libro recuperate l'insufficienza in italiano scritto…), Fatina si è scelta un libro di quattrocento pagine, se l'è letto in pochissimo tempo e, soprattutto, l'ho vista così presa dalla lettura da rimanere ferma per ore…  Tutto è cominciato dalla scelta: cosa c'era in casa che poteva piacerle? Le ho proposto alcune idee… si è letta i risvolti di copertina, ha guardato gli autori e in base a questo ha scelto. Era il libro più corposo, ed io temevo che non ce l'avrebbe fatta in tempo. Poi temevo che le facesse un po' paura, vista la trama. Poi temevo che non riuscisse a tenere a mente i fili della trama, piuttosto complessa…
Poi l'ho vista leggere seduta, poi gambe sulla scrivania, poi coricata a letto, poi libro sul tavolo. L'ho vista non venire a cena per finire il capitolo. L'ho sentita commentare la psicologia dei personaggi, come fossero suoi amici reali.
Leggere solo per il piacere di farlo, alla fine, ha conquistato anche lei.



giovedì, 04 giugno 2009

Calze e pensieri

 Premessa: Fatina, l'ultima volta che è andata da Light-Blue, ha dimenticato a casa sua una calza, accuratamente riportata qui da lui il fine settimana successivo.
Ok, io lo so che in questo periodo dell'anno la mia casa è, da sempre, al massimo del disordine... ci sono i nove mesi di scuola in cui tutte le faccende sono state fatte in modo estremamente sommario e veloce, ci sono i pomeriggi passati a scuola a fare le schede e la lavanderia ancora ingombra delle giacche a vento e dei maglioni... insomma, ci sono molte cause e molte scusanti...
Ma non riesco ad abituarmici... soprattutto perché ogni tanto perdo qualcosa, così inizio a frugare, spostare, rifrugare e la situazione peggiora ulteriormente.
E' andata così anche oggi: stavo cercando i pantaloncini neri che Fatina doveva usare a danza, ma sembravano spariti... così ho provato a vedere se erano caduti da qualche parte: sotto la scrivania, dietro la porta, tra il letto e l'armadio... e LI' finalmente ho trovato qualcosa di nero. L'ho acchiappato, l'ho riportato a galla, e... in realtà le cose erano due: non i pantaloncini, ma... un paio di calze, nere, lunghe, di lana. Di Light-Blue.
Prima ho pensato: “Come si fa a dimenticare un paio intero di calze?”. Poi ho pensato: “Come si fa a dimenticare una sola calza come ha fatto Fatina?”
Quindi ho pensato: “Ma come è possibile che Light-Blue porti ancora calze lunghe di lana?” E poi ho pensato ancora... “Ma da quanto non sposto il letto dal muro? Da quanto saranno qui queste calze?”
Poi ho deciso che era meglio smettere di pensare.


lunedì, 08 giugno 2009

Le donne di oggi

Oggi c'è Fatina che coccola Light-Blue.
C'è la dolce G, figlia della collega R, che a causa della propria gelosia è stata lasciata dal moroso dopo più di un anno, ma ora ci sta ripensando.
E c'è la collega S che racconta che lei ed il suo attuale marito si sono lasciati e ripresi molte volte prima di decidere a sposarsi.
C'è la giovane collega N, che a 28 anni sostiene di non potersi più sposare perché oramai è troppo vecchia.
C'è la collega P, che afferma che se tornasse indietro non si sposerebbe più, nemmeno con il suo reale marito.
Ci siamo la collega R. ed io che sosteniamo che avremmo fatto meglio a sposarci ancora prima di quanto abbiamo fatto.
C'è T, cugina canadese che, dopo aver superato un tumore, si è trasferita in  Italia per amore e sta cercando un lavoro.
Come farebbero le donne se non potessero pensare all'amore?
Cosa sarebbe il mondo senza l'amore delle donne?  

Fatina gambe lunghe

Ieri sera Fatina ha fatto il saggio di danza. Bello spettacolo, e naturalmente bella anche lei, come tutte le altre ragazze: gli abiti di scena, le pettinature, il trucco, fanno diventare ognuna di loro una principessa.
Ma io la guardavo ballare e pensavo anche ad un'altra cosa. Anzi, soprattutto ad un'altra cosa.

Quando Fatina nacque era femmina, bionda, cicciotta e bella. Ma il giorno dopo la sua nascita arrivò una pediatra e mi chiese:  - Lei sa, vero, che la bambina ha una malformazione?
Non lo sapevo. Ed è uno di quei momenti in cui il cielo non rimane più al suo posto.
Poi, fortunatamente, capii che non era una cosa gravissima, almeno non per chi, come me, a scuola aveva incontrato problemi molto più gravi di quello.
Scoprii poi che questo problema colpisce circa un bambino su 1000: metatarso varo bilaterale, in forma piuttosto severa. In pratica i piedini girati all'interno, rispetto all'asse normale della gamba. Nel caso di Fatina uno di 90° e l'altro di 60°. Oltre che per i possibili problemi posturali futuri, la preoccupazione era anche per l'aspetto: le gambe erano stortissime e, per una bambina, questo non era un futuro incoraggiante.
La terapia prevedeva manipolazioni ad ogni cambio di pannolino (con relativi pianti: aveva un bel da dire l'ortopedico che non facevano male…) e poi una specie di scarpine che costringevano il piede nella posizione corretta, e più tardi, quando camminava, sempre e solo scarpine correttive o piedi nudi.
C'erano la camminata di Fatina come quella di un orsetto, le prove all'officina ortopedica ad ogni cambio di numero, le scarpine sempre piuttosto severe ed uguali a se stesse…
E dentro la domanda: servirà tutto questo? Potrà fare ciò che le piace? Se vorrà potrà danzare, fare atletica, pattinare? Potrà mettersi un paio di scarpe col tacco alto, o un paio di stivali? E le sue gambe si raddrizzeranno o resteranno per sempre così arcuate?
Poi, col tempo, è arrivato il momento di abbandonare le scarpe ortopediche, pur dovendo fare attenzione al tipo di calzatura. La camminata si è corretta, tranne nei momenti di stanchezza (e ancora, ogni tanto, il piede destro piega all'interno) e sono arrivati anche i tacchi alti (non molto amati in verità, ma credo sia una caratteristica dovuta più all'uso delle scarpe da ginnastica che da quelle ortopediche).
Ma è per questo che quando vedo Fatina danzare, o pattinare, con i costumi che scoprono le gambe per mostrare l'accuratezza dei movimenti, e fanno risaltare le sue gambe lunghe, sono così orgogliosa che quasi mi commuovo. Era uno dei desideri che mi salvavano quando le manipolavo i piedini e lei piangeva disperata e oggi è ormai realtà.  



mercoledì, 10 giugno 2009

Musica maestro!

Ieri sera secondo e ultimo saggio della stagione per Fatina. Sax. Alla scuola di musica della Banda della città.
Fatina agitatissima, che è riuscita a maltrattare Werewolf già nel primo pomeriggio. Light-Blue, per cui la musica è vita quotidiana, che l'ha sopportata e supportata fino a sera. E poi l'esibizione, e gli applausi. E il nervosismo si è sciolto.
Ma soprattutto la scoperta di un posto dove la musica è divertimento e gioia.
Professori che, dopo aver insegnato tutto il giorno o tutta la vita in una scuola, hanno la voglia, la forza, il desiderio, di andare là, in una stanza di periferia, che era l'aula di un'altra vecchia scuola, per ricominciare ad insegnare a suonare. Non per soldi, non per gloria: per divertimento, amore della musica, per passione.
Ragazzi che, dopo ore di scuola e di compiti, scelgono di dedicare altre ore del loro tempo alla musica, a uno strumento, a una passione.


giovedì, 18 giugno 2009

Specchio delle mie brame...

Ore 14, cucina della Gabbia:
- Adesso vai di là, riposati che sei stanca. Qui ci penso io a sparecchiare.
- Ma Capitano...
- Ho detto che adesso vai di là e ti riposi!

Ore 21, Consiglio Pastorale Parrocchiale:
- Certo che si vede proprio che sei alla fine della scuola, hai una faccia talmente stanca...
- Ma Suor R., perchè dici così?
- …

Ore 3, stanza da letto:
- Ma cos'hai? Stai male?
- Niente Capitano... perchè mi hai svegliato?
- Continui ad agitarti...

Temo fortemente quello che potrei vedere, in questo periodo, se avessi il tempo di guardarmi nello specchio...



domenica, 21 giugno 2009

Differenze

Lui indossava bermuda verde militare e canotta gialla, lei un abitino candido ricamato. Lui ha capelli rasati, lei lunghi capelli raccolti. Lui ha muscoli pompati in palestra, lei è magrissima, quasi efebica. Lei è nata e cresciuta nelle fredde giornate di una grande città canadese, lui è nato e cresciuto tra le nebbie e l'afa dei campi emiliani. Lei parla correttamente italiano, solo un poco tradita da una piacevole cadenza americana; lui parla con un marcato accento emiliano, e ogni tanto usa un inglese scolastico per spiegarle le parole meno usate. Lui è un bell'uomo, lei una donna intelligente.
Sono stati qui a cena, la scorsa settimana.
Lei ha lasciato il Canada, la sua famiglia, il suo lavoro. Lui si è spostato di pochi chilometri. Ora vivono insieme.
La loro è una bella sfida: alla distanza, alle differenze culturali, alle convenzioni, alla “normalità”.
Buon viaggio ragazzi! 


mercoledì, 24 giugno 2009

Notte prima degli esami

Domani, per Luna e Daisy e tanti altri, inizieranno gli Esami.
Non esami qualsiasi, non esami che hanno eguali, ma gli ESAMI, quelli che non si scordano più nella vita, quelli che nei sogni tornano a trovarti ogni tanto.
Gli ESAMI DI MATURITA'.
Stanotte sarà LA notte, quasi come la notte di Natale, ma molto meno piacevole.
Puoi essere preparatissimo, aver studiato come più non potevi, ma questa è la notte in cui ti agiti, pensi al giorno dopo, al tema e a tutto quello che verrà dopo... Ti chiedi se hai studiato abbastanza, se tutto quello che hai studiato è rimasto nella tua testa, se ce la farai a far uscire tutto...

E in un angolino, un angolino nascosto nella tua testa, sai anche che con quell'esame finirà un periodo... Non ti chiedi ancora che cosa succederà dopo, e come cambierà la tua vita... sei presa da altri pensieri più urgenti, ma quel pensiero è già lì, pronto a uscire tra qualche settimana.
Buonanotte a Daisy, a Luna e a tutti gli altri.
In bocca al lupo, ragazze!


Il ragazzo con l'orecchino

Presa la decisione, bisognava metterla in atto...
Lunedì no, perchè c'era chiuso tutto il giorno.
Martedì mattina si è alzato troppo tardi.
Martedì pomeriggio, sul presto, da solo non se la sentiva.
Martedì sera, con l'appoggio di un amico, è andato e ce l'ha fatta: Light-Blue si è fatto mettere l'orecchino.
Ora non ci resta che vederlo dal vivo...
Ma lui sarà soddisfatto? Gli occhioni azzurri, i ricciolini e la faccia da bravo ragazzo sono duri da far sparire, anche con un orecchino al lobo...


venerdì, 26 giugno 2009

Sassolini

Sono seduta alla scrivania del dirigente. Entra un gruppo di colleghe della “scuola piccolissima” (quattro classi...) nella stanza accanto: stanno tentando di spiegare alla segretaria che hanno bisogno di ore in più, l'anno prossimo, perchè hanno casi molto pesanti e non ce la fanno senza compresenza, chiedono spiegazioni sulla rinuncia all'insegnamento della religione. La segretaria, oltre un certo limite di sopportazione, le invita gentilmente a rivolgersi a me.
Le ascolto, prospetto le varie possibilità: progetto disagio, fondi per l'alfabetizzazione, ma ore in più no, non è possibile, l'organico è quel che è.
Mi parlano della necessità di sostituzione delle colleghe assenti, della divisione delle classi, degli extracomunitari, della paura del nuovo bimbo disabile che arriverà l'anno prossimo, come se io vivessi chissà dove, e avessi una classe splendida. Ridabisco che i tagli alle supplenze ci sono stati per tutti, che noi, nella “scuola grande” negli ultimi due mesi non abbiamo passato un giorno senza dover accogliere bambini di altre classi. Concludono: “è impossibile, è incredibile che ci siano stati tagli così”.
Ed è lì, proprio lì, che non riesco a trattenermi, che scatta la voglia di affondare il coltello. Qualche anno fa, forse, non ne sarei stata capace. Oggi sì.
- Scusate se mi permetto, ma non riesco proprio a tacere: quando c'è stato da scioperare, un po' di mesi fa, perchè i tagli facevano paura, VOI cosa avete fatto? Avete scioperato? (conosco benissimo la risposta...)
- No, ma tanto non sarebbe servito a niente...
- Questo non possiamo saperlo! (vorrei chiedere anche per chi hanno votato e perchè, ma anche qui conosco bene la risposta... e poi voglio mantenere la discussione sulla scuola...)
- Avevano già deciso tutto... Hai visto col tempo pieno... prima hanno detto che tagliavano... tutti a protestare... hanno portato persino i bambini in piazza, e alla fine non se n'è fatto nulla, anzi, hanno privilegiato proprio il tempo pieno (spero vivamente che questo sia solo un tentativo di arrampicarsi sugli specchi e non il pensiero reale di una maestra... altrimenti sai quei poveri bambini che esempio di pensiero logico?)
- E secondo te se non portavano i bambini in piazza il tempo pieno lo lasciavano ugualmente
- (noto con piacere che la risposta alla mia domanda non arriva, arriva invece un tentativo di sviare il discorso) E poi anche il meccanismo dello sciopero, con tutto quel garantismo, non è chiaro... c'è gente che non ha detto se scioperava o no e poi è venuta a scuola senza bambini... E' colpa dei sindacati...
- Forse se voi ogni tanto veniste agli incontri sindacali (visto che ai sindacati siete iscritte perchè ogni tanto ne avete bisogno) potreste dire queste cose a chi deve decidere...
- Eh, sì, forse...
Dall'essere collaboratrice del dirigente, quest'anno, sicuramente non uscirò arricchita.
Alleggerita di qualche sassolino nelle scarpe, però, sì.



sabato, 27 giugno 2009

Fuori a cena 1 : priorità

- Capitano, stasera tu sei al lavoro, Fatina e Light-Blue escono, Werewolf è autonomo: io esco a cena.
- Ok, DOVE vai?
Io avrò un punto di vista un po' ristretto, ma se tuo marito, prima di chiederti CON CHI esci, ti chiede DOVE vai per sapere cosa mangerai, forse c'è qualche piccolo problema di priorità...


lunedì, 29 giugno 2009

Fuori a cena 2: la prima volta

E' strano come a volte ti accorgi, all'improvviso, di non aver mai fatto qualcosa che all'apparenza è quasi banale. Hai navigato negli anni, hai conosciuto persone, hai viaggiato... Ma non l'avevi mai fatto prima.
Ieri sera, per la prima volta nella nostra vita, siamo uscite a cena sole io e la Zietta, mia sorella.
Ci sono state, prima, naturalmente, cene in cui abbiamo mangiato insieme, ma mai da sole.
Abbiamo iniziato ieri sera, ed è stato proprio un bell'inizio.


venerdì, 03 luglio 2009

Quando la banda passò...

La banda inzia a suonare e io, inequivocabilmente e senza possibilità alcuna di trattenermi, inizio a sentire gli occhi lucidi.
Succede ogni volta... Senza motivo se non il passato. La banda per me è il paese in riva al Po, come quello di Peppone e Don Camillo, dove passavo le mie estati di bambina. Ogni ricorrenza, ogni festa sacra o profana, ogni funerale, erano accompagnati dal suono della banda. Non importa se festoso o mesto... Il suono della banda ti entrava dentro e dava espressione all'umore della gente. Se la musica deve essere emozione, la mia musica, tra le tante che conosco, è senza dubbio qeulla della banda.
“Mamma, cosa fai?”
“Scusa Fatina, ma a me succede sempre: sento la banda e mi viene da piangere, mi commuovo, mi emoziono”
“Allora, chissà cosa farai quando ci sarò anch'io a suonare nella banda: le cascate del Niagara!”
In questa città dove ogni tanto spunta un festival nuovo, ieri sera se ne è inaugurato uno con tre bande che sono partite da tre punti diversi della città ognuna con la propria musica, si sono riunite nella piazza del mercato e infine hanno suonato insieme. Noi abbiamo seguito, naturalmente, la banda cittadina, quella della scuola di musica di Fatina, per recarci in piazza.
E' stata proprio una bella festa e sì, Fatina, se mai suonerai anche tu nella banda ci saranno le cascate del Niagara!


martedì, 07 luglio 2009

Dove passano i treni

Dove passano i treni, se non è campagna, è sempre un po' periferia.
Dove passano i treni le case non sono perfette ed i balconi hanno sempre un po' di panni stesi ad asciugare.
Dove passano i treni sai sempre più o meno che ora è guardando qual è il treno che sta passando.
Dove passano i treni in questi giorni i merci passano molto più lenti del solito, e sembrano cagnoni con la coda tra le gambe.
Dove passano i treni c'è anche la Gabbia, e mentre stendi i panni puoi vedere tuo figlio seduto, che legge il giornale, passare sul treno che lo porta da Luna come se fossero le immagini di un film.


domenica, 12 luglio 2009

Il Capitano torna al comando...

Quando il Capitano ed io eravamo sposati da poco, all'incirca 25 anni fa, eravamo ancora molto giovani ed avevamo ancora molti desideri da realizzare. Alcuni avrebbero richiesto molto impegno e tempi lunghi (come quello di far crescere due figli, ad esempio), per altri bastava molto meno... solo qualche soldino... Così, nel giro di poco tempo, comprammo due cose, che avrebbero accompagnato piacevolmente soprattutto le nostre estati.
Comprammo una moto, un'Honda 250 usata, perché era un sogno del Capitano che il nonno, suo papà, non gli aveva mai permesso di realizzare finché era restato in casa con lui; e comprammo una barca. Nella nostra città, col suo fiume che le si allarga attorno a formare tre laghi, avere una piccola barca - il battello - ormeggiata sulle rive del lago, è stato per anni normale in molte famiglie: non nella mia, che era originaria della campagna ed era abituata ad altre barche - quelle adatte a sfidare il Po - , ma ad esempio in quella del Capitano, che andava a pescare in barca col nonno, in estate e in inverno, fin da piccolissimo.
Sulla nostra barca il Capitano pescava ed io prendevo il sole o leggevo; oppure portavamo in giro amici e parenti, per far loro scoprire quel mondo incantato che si nasconde in un tratto di fiume che un tempo era palude; o raggiungevamo le fiere dei paesi dei dintorni in modo alternativo al solito, aggirando la massa di gente che si spostava in auto. Portavamo cibo e bevande sufficienti per la giornata e mangiavamo dove ci pareva: ormeggiati in mezzo a uno specchio d'acqua nascosto o seduti sulla riva, all'ombra di un salice... Ci accontentavamo di poco, in fondo, per essere felici.
Quando nacque Werewolf le uscite un po' si diradarono, ma ben presto anch'egli manifestò il suo amore per la barca... per lo scivolare tranquillo sull'acqua... per la natura... Iniziò presto a riconoscere il movimento degli uccelli acquatici, il volo del falco e delle poiane, il colore dei diversi fiori sulle rive e tra le canne. Nel frattempo però il lago cambiava colore ogni anno, e non era un bel colore... L'acqua in estate era sempre meno, usata per mille altri scopi... Quando arrivò Fatina iniziammo appena possibile a portare anche lei in questo mondo d'acqua. Ma tutto stava cambiando: il lago, che peggiorava sempre più, e anche le nostre vite...
La barca si bucò, e la riparazione non teneva bene... il nonno cominciò ad ammalarsi... il tempo per pescare e oziare sotto il sole non c'era più... comprammo casa e non c'erano più i soldi per una barca nuova...
Insomma, il Capitano smise di navigare.
Oggi però, complice una giornata di luglio non troppo calda ma con un bel sole, e un anno con un'insolita portata d'acqua dovuta alle piogge, abbiamo pensato di mostrare a Light-Blue la nostra città da un punto di vista inusuale. Siamo andati all'imbarcadero e, invece di aspettare la barca più grande per una visita guidata dai barcaioli storici, abbiamo noleggiato una barchetta com'era la nostra e siamo partiti così, come una volta.
Con Light-Blue all'inizio preoccupato, poi via via più rilassato e meravigliato di ciò che si vedeva attorno, e Fatina che sembrava essere nata su una barca.
Ma soprattutto con lui, il Capitano, di nuovo al timone.


sabato, 25 luglio 2009

Cronache di una settimana a 1000 (metri...) [prima parte]

Sabato
Siamo partiti: io, Fatina e Light-Blue. Per trascorrere una settimana in montagna.
Il viaggio è stato abbastanza stressante... Del resto io detesto partire di sabato proprio perché partono tutti! Ma questa volta la decisione è stata presa con troppo poco anticipo per poter cercare alternative.
Il residence è carino: vicino a Cavalese, in val di Fiemme, in una bella posizione soleggiata. Dopo un viaggio così non ci resta altro che fare una piccola passeggiata nei dintorni e cenare, con una pizza, al ristorante del residence; poi, tutti a nanna...
Domenica
Mattinata trascorsa ad esplorare il paese, che nessuno di noi conosce, ed a fare la spesa, nonché a cercare cartine attendibili per le passeggiate e le escursioni nei dintorni.
Il pomeriggio ci avventuriamo alla ricerca di una cascata, della quale abbiamo visto le segnalazioni passando ieri. E' una bella sorpresa: la cascata è bella, “vivace” e soprattutto a poche decine di metri dal parcheggio. Ma mentre siamo lì ci accorgiamo di varie “terrazze” a diverse altezze, così Fatina decide di salire. Prima terrazza, seconda terrazza... il sentiero continua a salire e noi pure. In poco tempo (anche se con molta fatica, visto che non siamo molto allenati) ci troviamo in cima alla cascata, proprio accanto al salto.
Io decido che non ce la faccio più ed inizio a scendere, ma Fatina e Light-Blue decidono di continuare a percorrere il sentiero, che costeggia il ruscello. Per la prima volta in vita sua Fatina non oppone resistenza ad una salita, anzi la caldeggia... Potere di Light-Blue!
Sarà un'impressione, ma Light-Blue sembra molto a suo agio tra i boschi...

Lunedì
Decidiamo di avventurarci in qualcosa di più impegnativo (non molto, in realtà, secondo le cartine, ma per noi va bene così...).: una gita tutta in quota. Prendiamo la funivia del Cermis che, con vari cambi di mezzo ci porta dai circa 1000 metri di Cavalese ai 2200 del Paion del Cermis. Ci ambientiamo una mezz'oretta, ci mangiamo un panino (che con Fatina è sempre bene non dimenticare, pena svenimenti per fame...) e poi ci incamminiamo verso i laghetti di Bombasel: percorso segnato, sulle tabelle dei sentieri, come percorribile in mezz'ora. Per esperienza so che non sono tempi attendibili per gli abitanti delle pianure, ma mezz'ora è comunque poco anche se dovesse raddoppiare, così ci proviamo. Il percorso inizia con un'ampia discesa, ma subito dopo... la discesa diventa ripidissima, con tanto di corda per aggrapparsi; per fortuna completano il tutto “comodi” gradini che aiutano il tutto... Light-Blue non mostra segni di cedimento, mentre Fatina inizialmente tentenna... decidiamo di andare avanti. Finita la discesa, il paesaggio inizia ad essere notevole così come la flora, particolarissima e coloratissima. A quel punto inizia una salita, ampia ma piuttosto scomoda, con sassi appuntiti e un po' scivolosi. Fatina ed io rischiamo di cadere almeno 5 volte ciascuna, Light-Blue, sornione, sorride ma commenta solo il panorama, e ogni tanto scatta una foto. Il cielo sembra rannuvolarsi, ci chiediamo cosa sia meglio fare. Decidiamo di continuare fino ad una curva, poi fino alla seguente, poi ancora un po' di salita... Le nuvole sono ora meno minacciose. E improvvisamente Fatina allunga il passo, sorpassa anche Light-Blue e la vediamo agitare la mano, facendo segno di affrettarci. Qui la salita è breve, ma taglia il respiro. Lei sembra uno stambecco: in fondo è la più allenata dei tre, con le sue lezioni di danza. E finalmente, davanti a noi, uno dei laghetti, con tanto di ghiacciaio che ci “casca” dentro. Nonostante la fatica ce l'abbiamo fatta. E' questa la montagna che amo, quella della fatica premiata con qualcosa di irripetibile. Guardo l'orologio: 45 minuti. Effettivamente il percorso è stato molto breve. Ora possiamo rilassarci un po', prima di pensare a risalire... ci attende la scala nella roccia... questa volta in salita.

La Gabbia estiva

Situazione degli arrivi – partenze nella Gabbia bruciata dal sole:
- prima partenza: Werewolf, che il 7 di luglio è partito per un sostegno psicologico ravvicinato a Luna, che doveva fare l'orale della maturità due giorni dopo (il lupo non è tornato subito dopo l'esame, caso mai qualcuno se lo chiedesse...);
- primo arrivo: Light – Blue, sempre il 7 di luglio (per non lasciare la stanza di Werewolf inutilizzata nemmeno un po'...), che è rimasto qui una settimana;
- il 18 partenza mia e di Fatina, e di Light- Blue, per la val di Fiemme, dove siamo rimasti fino a stamattina; il Capitano, che non ama troppo la montagna, è rimasto quasi tutta settimana a lavorare, ci ha potuto raggiungere solo giovedì.
Prossimi avvenimenti (probabili):
- arrivo di Werewolf e Luna;
- avanti e indietro abituali dei fine settimana di Light-Blue;
- partenza, dopo ferragosto, per la meritata vacanza anche del Capitano.
Altro ancora non si sa...


giovedì, 30 luglio 2009

Cronache di una settimana a 1000 (metri...) [seconda parte]

Martedì
Oggi giornata di riposo. Stamattina passeggiatina al parco, oggi pomeriggio un po' di pulizie e un po' di tempo al solarium. E poi a cercare un distributore per fare benzina. Stasera i ragazzi sono andati allo stadio del ghiaccio, a pattinare.
Fatina è agitata, non so bene come mai... Oggi ho preferito che fosse Light-Blue a cercare di capire perché.
Mercoledì
Compleanno diverso dal solito quest'anno, per diversi motivi. Tra gli altri, perché trascorso lontano dal Capitano (che però domani arriva...). Giornata iniziata con le telefonate di auguri, e poi in giro per i monti...
Siamo stati a Passo Rolle, con una breve passeggiata ai laghi di Colbricon. Bel paesaggio, completamente diverso da quello dell'altro giorno, ma un po' più di traffico lungo il sentiero. Pomeriggio in funivia a toccare (quasi...) le pale di San Martino. E infine una piccola tappa al parco di Panaveggio, a guardare i cervi.
Fatina piuttosto nervosa: per vederla tranquilla è necessario farla muovere e sfogare a lungo.
Giovedì
… e finalmente è arrivato anche il Capitano. Meno male, perché io e Fatina stavamo iniziando a litigare e Light – Blue non sapeva bene come fare per metterci tranquille...
Comunque... Stamattina siamo scesi ad Ora a prenderlo in stazione, poi siamo tornati a mangiare a casa e nel pomeriggio siamo andati tutti a fare un giretto alle cascate e poi in paese. Serata in pizzeria e poi sul balcone, io e il Capitano, mentre Fatina e Light-Blue guardavano la tele. Il Capitano mi ha portato il regalo di compleanno, che mi ha lasciato senza parole: un telefonino nuovo - perché pare che il mio fosse obsoleto - uno di quelli di ultima generazione che praticamente fanno anche il caffè! Adesso devo mettermi d'impegno a studiare le istruzioni...
Venerdì
Purtroppo è l'ultimo giorno pieno di questa bella settimana. La gita lunga oggi deve coinvolgere anche il Capitano, senza sconvolgerlo troppo... Così saliamo con la funivia del Latemar, fino a Passo Feudo e all'Alpe di Pampeago. E' il paradiso degli sciatori... ma a me non piace molto: la strada asfaltata che arriva fino in cima, le molte baite abitate, i ripetitori dei cellulari che sovrastano tutto... il paesaggio non è paragonabile a quello dei giorni scorsi... Per fortuna i dolci del rifugio un po' ci consolano... Scendiamo senza grossi rimpianti, se non quello di lasciare il fresco lassù, oltre i 2000 metri...
Ma la sera ci porta consolazione: arriva anche a valle il temporale che sta girando già da qualche ora attorno alle cime, e porta lampi, tuoni, pioggia e fresco.
Sabato
Partiamo col fresco: alle 9 del mattino ci sono 13 gradi. Fatina è tristissima, e non fa niente per nasconderlo: è finita la settimana con Light-Blue sempre accanto a lei. Bastano pochi chilometri e, nello specchietto del parasole vedo i lacrimoni scenderle sulle guance... Light-Blue cerca di distrarla con la musica dell'i-pod, ma ottiene solo di far scattare i ricordi della settimana... C'è traffico già prima di arrivare in autostrada: sarà un viaggio più lungo del previsto...


martedì, 04 agosto 2009

Trenitalia

Insegni ai tuoi figli ad usare i mezzi pubblici... Li abitui a usare l'auto solo quando è strettamente necessario...
Impari ad usare tutti i bellissimi strumenti informatici a disposizione sul sito delle ferrovie italiane: pianifichi i percorsi, vedi i binari, leggi i prezzi... controlli a che punto è il treno sul quale viaggiano... e ti accorgi che il primo dei tre treni che devono cambiare Werewolf e Luna per fare 250 km viaggia con 56 minuti di ritardo... vedi che saltano tutte le coincidenze (anche se c'è almeno mezz'ora tra un treno e l'altro...), che il percorso previsto non è più possibile, che devi partire per andarli a prendere alle undici di sera a 60 km da casa sotto un temporale.
Per percorrere 190 km (perchè gli altri 60 ce li ha messi la mia auto...) hanno impiegato 4 ore e mezza e speso circa 35 euro.
Con buona pace della mobilità sostenibile, della Freccia Rossa, delle Ferrovie dello Stato...


sabato, 08 agosto 2009

Menù

Light-Blue non mangia carne, né formaggio, ma ama molto frutta e verdura.
Luna mangia la carne (ma non quella di maiale) ma pochissima verdura e frutta.
Werewolf è in dieta.
Fatina mangia, più o meno, tutto ma non l'insalata né i piselli.

Un'operazione semplice, come organizzare il pasto per sei persone per un paio di giorni consecutivi, nella Gabbia non è poi così semplice... 

20 anni... (più o meno... decisamente più che meno...)

Ci sono luoghi nei quali, più che in altri, ti accorgi del tempo che passa...
Ci sono luoghi nei quali ti senti contemporaneamente a casa e in vacanza... non è casa tua, ma hai una famigliarità tale da sapere esattamente cosa ti aspetta dietro ogni angolo... e nello stesso tempo sai che c'è qualcosa di nuovo, da qualche parte, che non puoi non vedere...
Domenica scorsa la sorellina dello zietto, 7anni scarsi, è stata accompagnata a Gardaland, dove non era ancora mai stata. Mancavo da Gardaland da due anni: Werewolf e Fatina ormai sono abbastanza grandi da non avere necessità di essere accompagnati al “paese dei balocchi”... così mi sono aggregata agli zietti: il sorriso di qualsiasi bambino in questa situazione è uno spettacolo impagabile che difficilmente potrei rivedere in altro modo!
Solo che, quando Werewolf e Fatina, e anche Luna e Light-Blue naturalmente, l'hanno saputo hanno deciso di aggregarsi... così il gruppone è partito compatto...
All'ingresso si è smembrato, si è ricostituito intorno all'ora di pranzo, si è sciolto di nuovo, e infine si è ricompattato mentre, nelle intenzioni, si doveva tornare verso l'uscita.
Solo che...
solo che la piccola era molto stanca e i grandi invece no, così abbiamo salutato gli zietti e la bimba, e ce la siamo presa comoda nell'avvicinarci all'uscita: complice l'incredibile scarsa presenza di gente abbiamo fatto in tempo a rifare altri quattro giri su altre attrazioni prima di deciderci a lasciare il parco.
E mentre ero lì che li aspettavo e mangiavo un ghiacciolo, poiché ero troppo stanca per seguirli in tutte le giostre, ho ripensato a quante volte ero entrata in quel parco, e in quante diverse situazioni...
Il parco ha aperto quando io ero una ragazzina, ho fatto in tempo ad andarci accompagnata da mamma e papà... con la zietta domenica giocavamo a ricordarci fin dove arrivava il parco, e cosa c'era allora nelle varie posizioni.
Poi il Capitano ed io ci andavamo con il gruppo di amici... era una scusa per trascorrere una giornata diversa sul Garda, meta solita di molte nostre domeniche.
A volte ci sono andata in gita scolastica, come maestra, con i bambini di una scuoletta sperduta... e davvero sembrava il paese dei balocchi per quei bambini.
Quando poi è nato Werewolf il parco era una meta che veniva raggiunta diverse volte ogni stagione, e lui lo guardava coi suoi occhioni sorridenti, prima, e lo esplorava correndo ovunque quando era un po' più grande. Comun denominatore di tutte quelle uscite: lui che non mangiava nulla a pranzo perchè voleva continuare a giocare e poi sempre lui che si addormentava, stravolto, ancora prima di arrivare in auto.
Poi è arrivata anche Fatina, il parco ha iniziato ad essere aperto anche di sera e le gite si sono spostate anche in quella parte della giornata, quindi si sono moltiplicate le aperture straordinarie “ a tema”, con il parco camuffato per Halloween e per Natale... E noi eravamo lì, coi nostri cuccioli, sempre lì, sempre vicini, con Werewolf che incoraggiava Fatina a salire sulle giostre se lei aveva paura, o la teneva per mano se lei voleva avventurarsi da sola. Truccati per Halloweeen, o imbacuccati per Natale.
Quante volte... quante foto... quanti anni...
Poi il giro è finito, sono usciti, tutti e quattro, sorridenti e rumorosi. Hanno ripreso i loro zaini. Siamo andati verso l'auto.
Werewolf, seduto accanto a me che guidavo, si è addormentato... 


giovedì, 13 agosto 2009

Left hand

A Fatina, e a chiunque come lei vive in un mondo pensato per
" la maggioranza" di cui non fa parte...
 a chi come lei vive in un mondo dove le serrature, le forbici, i righelli,
i temperini, i quaderni, i metri da sarta, sono alla rovescia,
a chi come lei sa guardare ed affrontare il mondo
da un altro punto di vista,
buona
"giornata dei mancini"!

070329224353flanders_leftorium-thumb


sabato, 15 agosto 2009

Di nuovo

La borsa rossa con le rotelle per me ed il Capitano, le due borse più piccole nere per Werewolf e Fatina, la borsa blu come beauty-case, le guide turistiche, gli zaini, il tom-tom, il portatile...
Di nuovo in movimento, di nuovo in partenza... destinazione Vienna per noi quattro e Luna.

mercoledì, 19 agosto 2009

Vienna x 5 (persone) x 6 (giorni)

Eccomi qui... dopo due giorni pieni di cammino, ad avere un po' di tempo per raccontare come sta andando questa vacanza...
Siamo arrivati lunedì sera, dopo un viaggio che, sarà stato il caldo, sarà stata l'auto un po' stretta per 5, è parso un po' più faticoso del solito... Io tra l'altro sono partita con un mal di schiena che durava già da qualche giorno e temevo molto come sarei stata all'arrivo... in realtà non peggio che alla partenza.
L'hotel per fortuna è esattamente com'era descritto: un po' fuori mano, ma pieno di comfort (compresa la connessione wi-fi gratuita – e anche velocissima da configurare!). Del resto a noi non pesa usare treno “leggero” e metropolitana: in circa 20 minuti siamo nel centro di Vienna, e sui mezzi pubblici qui si può sempre contare!
Al momento nessuno si dissocia dalla proposte che faccio: come sempre è accaduto nei nostri viaggi in giro per l'Europa, sono io ad organizzare il “piano di escursione” e anche Luna sembra non avere problemi a seguirlo (anche non ci sarebbe nulla di strano se ognuno andasse per i fatti suoi, ma per ora non è ancora successo...).
Resoconto delle cose viste?
Ieri Stephansdom, anche con salita al tetto con vista su Vienna, passeggiata nelle vie dello shopping lì attorno, visita al Museo Ebraico, alla Haus der Musik (uno splendido museo interattivo che va dalla storia dei grandi compositori che hanno vissuto a Vienna agli esperimenti per sperimentare tutte le proprietà del suono, ai giochi elettronici per creare nuove forme di musica), e infine all'Albertina, dove abbiamo visto opere di Picasso, Schiele, Monet... ma anche di Michelangelo e Rubens.
vienna1
Oggi invece visita al museo dell'imperatrice Sissi, che sfruttando la fama immutata di questo incredibile personaggio mette in mostra: tutta l'argenteria, i servizi da tavola imperiali, compresi quelli “da viaggio”, i dipinti, alcune riproduzioni di suoi famosi abiti e un paio di abiti originali, molti oggetti personali e lettere; conclude il percorso la visita agli appartamenti imperiali. La visita è stata molto gradita a Fatina e a Luna. Quindi pausa pranzo (vedi foto) nei giardini vicini all'Hofburg e visita al museo degli strumenti musicali antichi e a quello delle armi e delle armature: una collezione grandiosa che, naturalmente, ha riscosso la massima approvazione di Werewolf. Finale di giornata nei grandi magazzini Steffl, 7 piani in pieno centro.
vienna2
Resoconto delle impressioni mie e del Capitano? Tante e varie... A partire dai ricordi della nostra visita a Vienna 20 anni fa con Werewolf nel passeggino, per passare agli sguardi che corrono tra me e lui quando osserviamo i ragazzi nelle varie situazioni (qui possiamo godere di poca vicinanza fisica, ma di certo di molta complicità per ciò che riguarda i pensieri), per arrivare alla stanchezza che, ahinoi, quest'anno si fa sentire di più e ci mostra che – forse – stiamo diventando un po' maturi per tenere certi ritmi...
Comunque il programma è pronto per tutti i giorni restanti: basterà attenersi al programma e riusciremo a vedere tutto quel che vogliamo...
E poi le considerazioni relative alla città, o comunque a modi di vita diversi, che come sempre accade quando andiamo “a nord” ci affascinano: i servizi pubblici che funzionano, le forze dell'ordine che controllano attivamente, le auto che rispettano il codice della strada, i prezzi delle consumazioni -apparentemente più alti che in Italia- che si rivelano alla fine convenienti, la divisione dei ruoli, che fa sì che le pulizie (perfette, fino ad ora) nelle camere siano fatte da un giovanottone austriaco sui vent'anni e non da una giovane donna straniera... Insomma, il solito senso di inferiorità che ci assale da turisti italiani all'estero...


venerdì, 21 agosto 2009

20

BUON COMPLEANNO
LIGHT - BLUE!



Mani-su-chitarra
Anche se siamo momentaneamente
in trasferta...
tanti auguri da tutti noi!!!!


Vienna... altri due giorni...

Oggi, qui a Vienna, primo giorno di vero caldo nella nostra settimana di vacanza... mancava il venticello che ci ha accompagnato in tutti i giorni precedenti... E anche primo giorno in cui siamo riusciti a separarci dai nostri cuccioli in questa città straniera...
Schenbrunn
Stamattina siamo stati a Schoenbrunn, molto bella ma vera “trappola per turisti”, poi loro sono rimasti allo zoo, per vedere, tra gli altri animali, il piccolo panda nato un anno fa, e noi siamo andati a vedere un museo particolarissimo: il museo di arti applicate (nome in tedesco che non ricordo ma abbreviazione MAK) nel quale, tra molte altre cose, ho ammirato merletti indimenticabili...
Belvedere
Ieri mattina, invece, siamo stati al Belvedere, dove c'è una ricca collezione di quadri di Schiele e di Klimt, compreso il famosissimo “Bacio”: una grande emozione vederlo dal vivo! Una sosta nella caffetteria del palazzo per un panino, e poi una visita al museo della città, che ospita una mostra temporanea sulla moda viennese tra 800 e 900: Fatina ha trascorso un'oretta con il blocco da disegno, a tracciare schizzi degli abiti che più la colpivano. Poi ci siamo concessi un pomeriggio di divertimento al Prater, compreso il giro sulla vecchia ruota che apre il parco.
Vienna dal Prater
Simbolo di questa vacanza sta diventando la Sacher-torte, che ci accompagna ogni mattina a colazione e poi in ogni luogo, piccolo o grande, in cui ci fermiamo a rifocillarci.
Domani ci attende l'ultimo giorno viennese di questa vacanza... E' meglio riposarsi un po', in previsione delle fatiche finali!


venerdì, 28 agosto 2009

Alto Adige - ValGiovo

Di ritorno da Vienna, Werewolf e Luna sono tornati alla Gabbia, mentre io e il Capitano, con Fatina, ci siamo fermati in Alto Adige, a pochi chilometri dal confine austriaco e da una bella cittadina italiana, ma in una valle piuttosto isolata. Non è stata una scelta particolarmente meditata, piuttosto dettata dal periodo avanzato in cui abbiamo prenotato... In pratica era l'unico hotel in cui ho trovato posto a prezzi abbordabili. Ma, come talvolta succede in queste situazioni, è stata veramente una bella sorpresa: l'albergo è molto curato, con piscina, sauna, un bel solarium e ottima cucina... siamo alloggiati in un appartamento grandissimo nella dependance con un balcone di circa 30 metri... siamo in una valle laterale in cui transita solo il traffico dei residenti e dei turisti dei rari alberghi, dato che a 4 chilometri dal nostro albergo la strada finisce proprio... si sentono l'acqua del ruscello che scorre e le campanelle al collo delle caprette... le persone sono cordiali e accoglienti... insomma, davvero un sogno.
valgiovo
Così passiamo questi giorni a scovare posti interessanti da visitare, a fare passeggiate e gite, a mangiare panini con lo speck a pranzo e piatti di alta cucina a cena.
E scopriamo la montagna più vera, quella che noi, gente di pianura, non riusciamo proprio a immaginare se non la vediamo: l'erba da tagliare in discesa, e poi da girare a mano, perchè qui il voltaerba non si può usare, e i camioncini che la raccolgono tenendo un'inclinazione incredibile; i cellulari che funzionano con un gestore solo sui tre che abbiamo; la connessione wireless che non esiste proprio; i paesi formati da sei o sette case, con l'unico negozio piccolissimo che comunque ha tutto quello che può servire, e la gente, anche giovane, che sceglie di stare qui perchè qui si vive bene; la strada costruita solo da due anni, perchè l'altra era troppo stretta anche per un'auto alla volta; l'aria,che ti permette di respirare ossigeno e non schifezze; gli impianti sportivi, degni di grandi città, che parlano di ragazzi da tenere impegnati, da educare anche col corpo (e poi scopri che il campione dei 50 kilometri di marcia abita proprio qui)...
Peccato che duri solo qualche giorno... ma chissà: in fondo potremmo tornarci in autunno, magari solo io ed il Capitano...

Ultimo giorno a Vienna

L'ultimo giorno a Vienna ci siamo svegliati con la pioggia. Il caldo del giorno precedente prima era diventato umido e poi pian piano si è affievolito, ma l'atmosfera era comunque poco piacevole, probabilmente l'inquinamento era salito rispetto ai giorni precedenti, ed io ho avuto un attacco di allergia epocale. Un po' eravamo preparati al maltempo, grazie alle previsioni del tempo, così la giornata è stata dedicata a due musei grandiosi: gli Asburgo erano grandi collezionisti, perciò avevano bisogno di spazi adeguati per le loro collezioni; si sono fatti perciò costruire due musei, uno di fronte all'altro, al limitare del ring: uno ospita il Naturhistorisches Museum (museo di storia naturale), e l'altro il Kunsthistorisches Museum (museo di belle arti). Li abbiamo visitati in questo ordine ed è stato veramente tempo ben speso!
natur
Nel museo di storia naturale un bel vivarium, una ricchissima collezione di minerali (circa una decina di sale) e una parte grandiosa sulla preistoria, compresi scheletri di dinosauri enormi. Poi, naturalmente, tutti gli animali, dai più grandi ai più piccoli, imbalsamati, o riprodotti con modellini e con i loro ambienti. E una grande quantità di microscopi pronti, con insetti o minerali, a disposizione di chiunque… Un museo di quelli da invidiare, anche per la particolare attenzione ed accoglienza nei confronti dei bambini, anche molto piccoli. E con uno splendido ristorante interno, dove ho mangiato probabilmente la migliore insalata di questi giorni e dove, tra le altre cose, servono anche i panini del “Commissario Rex” proprio come quelli che il cagnone si diverte a rubare a tutti...
rex
Nel museo di belle arti belle collezioni egizie, greche e romane, con molti pezzi famosissimi (li ho riconosciuti perchè si trovano sui libri di testo); ma soprattutto quadri di grandi pittori rinascimentali italiani, una bella collezione di opere fiamminghe e del 700 di tutta Europa in generale: davvero una grande emozione, di fronte ad alcuni quadri!
egiz
All'uscita, sotto l'acqua, non ci è rimasto che incamminarci verso la metropolitana, non senza aver mangiato almeno un gelatino da Demel...
Probabilmente ci sarebbero serviti almeno altri due giorni per vedere tutto quello che davvero ci interessava, ma questo magari ci invoglierà a ritornare...
Peccato anche per la gran quantità di turisti italiani... non tanto perchè erano lì (mi spiace dirlo, ma anche noi apparteniamo alla specie), ma per l'atteggiamento che avevano. Due esempi per tutti, sperimentati nel nostro albergo:
  1. Otto e mezzo di sera, stiamo mangiando, arriva una giovane signora e, rigorosamente in italiano, chiede se è disponibile una camera per una notte; si meraviglia alquanto che nessuno la capisca; arriva una delle ragazze che servono ai tavoli e le si rivolge in inglese; la signora scuote la testa e continua a meravigliarsi di non essere capita; presa da pietà intervengo in aiuto dell'addetta alla reception: io traduco dall'italiano all'inglese, la giovane cameriera traduce dall'inglese al tedesco...
    La stanza c'è, il parcheggio è sul retro e la giovane signora trova disagevole arrivarci, si convince solo quando le viene detto che nella via di fronte all'hotel il parcheggio è a pagamento; quando rientra chiede se la camera è disponibile per due notti... sempre in italiano... potrei continuare ma non lo farò...
    Semplicemente, qualche considerazione: non amo farlo (preferisco programmare...), ma comprendo chi viaggia senza mete fisse; comprendo anche chi preferisce vedere di persona prima di affidarsi a una prenotazione su internet; comprendo meno chi, non conoscendo la lingua del paese e nemmeno un po' d'inglese, si avventura senza avere con sé almeno un vocabolarietto: il costo è davvero irrisorio e risolve almeno i problemi di sopravvivenza – mangiare e dormire - !
  2. Il giorno successivo, vista l'esperienza della sera precedente, Werewolf e Luna si guardano bene dal farsi sentire a parlare in italiano in presenza di un nuovo arrivo di italiani. Scena più o meno simile per il parcheggio (per inciso, a noi all'arrivo hanno dato una cartina da seguire... penso sia la prassi per tutti...) ma questa volta nessuno interviene.
    Mattina dell'ultimo giorno, stiamo parlando tra noi mentre facciamo colazione, non facciamo caso a chi “si aggira”. Un anziano signore si ferma, si gira, sorride... “Siete italiani?”. Non possiamo negare l'evidenza (qualcuno più tardi ricorderà che avremmo potuto fingere di essere Svizzeri...) e imbarazzati rispondiamo: - Eheeee. Sssì?-
    - Che bello rivedere facce amiche!-
    Ora, noi siamo rimasti nell'albergo 6 giorni, abbiamo avuto qualche piccolo problema da risolvere e nonostante la lingua siamo sempre stati aiutati, accuditi e quasi coccolati dal personale. Come possiamo anche solo pensare che non fossero facce amiche?
    E cosa intendeva quel signore con l'espressione “facce amiche”?
    Sono sempre stata convinta che viaggiare serva ad aprirsi alle altre culture, ma non viaggiare in questo modo...

vacanze... il ritorno...

Oggi sono finite definitivamente le vacanze: dopo Werewolf e Luna, tornati domenica, stamattina siamo tornati anche Fatina, il Capitano ed io.
 Di ritorno da Vienna, noi tre ci siamo fermati in Alto Adige, a pochi chilometri dal confine, per qualche giorno di riposo (per quanto possa essere considerato riposo fare escursioni in montagna).
Poichè non avevamo connessione, metto on-line ora i testi scritti in questi giorni.
Buona lettura... 

domenica, 30 agosto 2009

Risveglio

Mi sveglio... che bello, c'è fresco... stanotte c'è stato temporale.
E' domenica, posso stare a letto un altro po', tanto non devo neppure andare a fare la spesa.
Domani o martedì, se c'è il sole possiamo andare sul Garda, al parco dove volevano andare i ragazzi, e poi durante la settimana magari possiamo andare in piscina....

AAAAAAAAAGGGGGGGGGGGHHHHHHHHHHH!
Loro possono andare, io no! Devo riprendere ad andare a scuola!
Oh mamma, che fitta alla pancia!
Devo calmarmi... respirare a fondo...
Ecco, il dolore si è calmato, ora resta solo un po' di malessere...
Ora si è spostato allo stomaco...
si sta trasformando in senso di nausea...
Ok... devo respirare... lentamente...
Il malessere risale, si piazza in gola. E' un groppo, dà una lieve sensazione di soffocamento...

NON VOGLIO ANDARE A SCUOLAAAA!!!!!!

Vi prego, voi della Gabbia, fate qualcosa!
Voglio stare a casa con voi! Devo stirare i panni delle vacanze... Vi faccio il pane con l'uva tutte le mattine... oppure vi vado a comprare le brioche per fare colazione... ma non fatemi andare a scuola!
Pulisco il bagno, cambio le lenzuola, lavo i vetri ogni volta che piove, vi faccio la torta anche se c'è caldo e devo accendere il forno...
Fatemi una giustifica, per favore... magari con tutte le vostre firme qualcuno la prende sul serio e mi concede di stare a casa...
Vi prego, già di nuovo a scuola NO!!!!


















 

Nessun commento:

Posta un commento