martedì 27 marzo 2012

Assenze

Forse sabato scorso a scuola ha assegnato i compiti per la settimana, come sempre; ha preso con sé il pacco delle verifiche da correggere; ha programmato le interrogazioni e si è occupato dell'uscita al museo saltata durante la settimana.
Forse nel pomeriggio è andato a fare la spesa... ma magari no: di solito lo incontro al supermercato il giovedì.
Forse ha passato la serata in casa con la sua famiglia e gli amici, o forse ha portato sua figlia al cinema. O magari ha corretto le verifiche.
Nella sua vita ha fatto sempre l'insegnante. Italiano, storia, latino, greco. Al liceo, alle scuole medie.
E' sempre stato uno di quegli insegnanti amati e odiati dagli studenti, uno di quelli che ti fanno riscrivere 50 volte la frase che hai sbagliato mentre ti spiegano il mondo parlando dell'Odissea.
Un insegnante per passione, e basta. Avrebbe potuto aspirare a fare il preside, per la competenza; avrebbe potuto continuare a scrivere manuali: l'aveva già fatto in gioventù, con buoni risultati; avrebbe potuto tornare ad insegnare in un liceo se avesse voluto: aveva davanti ancora molti anni di scuola, prima della pensione.
Ha scelto di restare lì, alla scuola media, con quelle persone sospese tra infanzia e adolescenza, piene di sogni e desideri e voglia di giocare.
Ieri era il suo giorno libero. L'assenza non si è notata fino a quel momento.
Fino a quando qualcuno è entrato in classe e ha detto: “il prof è morto”.
I ragazzi sono diventati cuccioli spauriti.
Ogni collega, me compresa, ha pensato: che ne è adesso delle sue scelte, del suo modo di insegnare, delle parole che ha speso, dei rimproveri e delle lodi?
La risposta è tutta lì, nel necrologio della seconda g: 
ORA SCRIVEREMO 100 VOLTE “CI MANCHERAI TANTO PROF!”

Mondo nerd

Nell'ordine:
- uomini di mezza età carichi di borse di plastica dal contenuto misterioso 
- ragazzini brufolosi e pallidi rigorosamente in blocchi di non più di tre individui 
- gruppi di persone visibilmente non italiane 
- famigliole con bambini dall'aria assorta 
- adolescenti con code di cavallo e magliette di gruppi metal che parlano di Watt e dimensioni 
- cinquantenni con magliette dell'hard rock cafè che pretendono risposte semplici a domande complicate (vero Capitano?)
- disabili in sedia a rotelle
- papà con bimbi nel marsupio 
- ragazze dall'aria annoiata
- mamme dall'aria vagamente inquisitoria...
La gente che circola alle fiere dell'informatica è piuttosto curiosa e variegata.
“Ogni volta che vengo qui mi meraviglio sempre di quanti nerd ci siano in giro!” dico al Capitano.
“Ah, grazie!” risponde lui, tra l'offeso e il divertito.
Improvvisamente mi rendo conto che non ho mai pensato al Capitano come a un nerd, ma di sintomi in realtà ce ne sono parecchi...
E mi viene quasi voglia di urlare: “Bene ragazzi, venite qui e osservatelo bene: questo sarà il vostro futuro!”
Ma poi mi dico: “Eh no, nerd o non nerd, un futuro così bisogna costruirselo!”
Così torno ad osservare il mondo che gira in questo perimetro: 
- una coppietta alla ricerca di non si sa bene cosa
- una vecchia ragazza che ascolta con sufficienza un espositore che pensa che le donne non capiscano niente di computer ed elettricità... 
Ah no, quella non conta: quella SONO IO!

venerdì 2 marzo 2012

Poste Italiane 2

Il pacco per Blue, di cui avevo parlato, è stato portato all'ufficio postale sabato scorso. Supportata dal Capitano, che in quanto ex-filatelico ha un'enorme esperienza in fatto di spedizioni all'estero, sono riuscita a consegnare il pacco nelle mani dell'impiegato ed a ricevere adeguata ricevuta dell'avvenuta spedizione. Prima ho, in realtà, dovuto affrontare l'incredulità della dirigente dell'ufficio di fronte alla possibilità di spedire un pacco in Europa anche in zona non-UE: tuttavia di fronte all'evidenza delle informazioni presenti sul sito di Poste Italiane ha dovuto arrendersi. Ed ho anche dovuto assistere all'impotenza dell'uomo di fronte alla macchina (non funzionante): fortunatamente il solerte impiegato, dotato di timbri di ottocentesca memoria, si è sostituito egregiamente allo strumento inservibile. Sono così uscita dall'ufficio quasi incredula, ma con la consapevolezza che il pacco per l'Islanda era finalmente partito.
Durante la settimana, però, il Capitano ha ricevuto una telefonata:
- Qui è l'ufficio postale, cercavamo la signora...
- Non c'è, ma può dire a me.
- Ha spedito un pacco all'estero recentemente.
- Sì, in Islanda.
- Mah, veramente qui c'è scritto I – C – E – L – A – N – D...
- Sì, ISLANDA
- Eh, può essere...
- No, non PUO' essere, E': Iceland è l'Islanda
- Eh, ma sa, non è scritto in italiano... comunque, il pacco ci è tornato indietro dalla dogana: manca la dichiarazione del valore della merce.
- Ah, mi dispiace... avevamo fatto controllare al suo collega per vedere se tutto era in ordine e ci aveva detto che andava bene...
- Eh, sa, non siamo molto esperti in queste cose...
- … (!?!!!??) devo passare all'ufficio postale?
- No, non si disturbi, se mi dice cosa devo scrivere faccio io e poi rispedisco subito. Va bene se scrivo 100 euro?
- Sì, va bene, grazie, molto gentile. Arrivederci.

Il pacco è partito, ritornato, ripartito. Raggiungerà mai l'Islanda? E soprattutto, arriverà prima della nascita della bimba di Blue??? Questi sono i grandi dilemmi della vita ( e di Poste Italiane...)