giovedì 9 agosto 2012

Ho fatto molta strada nella vita

Ho fatto molta strada nella vita: ottanta chilometri al giorno, sei giorni alla settimana, otto mesi l'anno per quattro anni. Questo è stato l'inizio della mia carriera: mi muovevo in autobus, ma la mia sede era una frazione all'estremità della provincia, e lì l'autobus non arrivava... così mi appoggiavo all'amicizia ed al buon cuore di una collega che mi dava un passaggio in auto per gli ultimi chilometri. Avevo sempre con me qualche libro e un quadernetto su cui scrivere. Non che scrivessi nulla di speciale, solo qualche appunto sui personaggi che si incontravano, sul mutare del paesaggio, e al ritorno da scuola, sui bambini.
Poi è nato Werewolf, la sede di lavoro era un po' più vicina così i chilometri sono un po' diminuiti, io ho iniziato a spostarmi in auto – era molto più comodo e veloce. Ho dovuto abbandonare i libri ed il quadernetto, ma ci ho guadagnato la radio: mi teneva compagnia nelle mattine d'inverno nebbiose, mi teneva sveglia quando tornavo, la sera tardi, dalle riunioni, mi permetteva di scegliere se volevo ascoltare i notiziari o semplicemente un po' di musica.
Quando è nata Fatina, è arrivata la sede in città. Spostamento breve e veloce. Situazione comodissima per lavorare tranquillamente e arrivare presto a casa. Niente più libri, quadernetto, radio, ma questo non era tanto importante. Una cosa che mi mancava davvero tanto era il tempo “vuoto” del viaggio: quel piccolo spazio solo mio da riempire di cose gradevoli. Passò un po' di tempo perché mi rendessi conto che c'era un'altra cosa di cui sentivo la mancanza: avevo sempre lavorato in scuole di campagna, prima, e il tempo dei miei scolari, scandito dai lavori agricoli e dal susseguirsi delle stagioni, era diventato il mio. Senza i miei viaggi nel cuore della Pianura Padana non avevo più i riferimenti che mi avevano accompagnato per anni. Iniziarono a mancarmi i colori dell'autunno che infuocavano la campagna, poi mi mancarono le nebbie che sfumavano i contorni, poi mi mancò il verde impercettibile delle foglie che rinascono...
Pian piano imparai a vedere anche in città i piccoli cambiamenti del tempo che passa, ma mi rimase sempre un senso di perdita pensando a quei viaggi attraverso la pianura.
Solo qualche anno fa, con Werewolf e Fatina ormai grandi, ho ripreso a “fare strada”: ho iniziato a collaborare con colleghe di altre scuole, a tenere corsi, a partecipare a gruppi di lavoro a Milano... ho ripreso a guardare la pianura con gli occhi di chi sa vedere se un campo è stato seminato, o arato, o se il grano è pronto da mietere. Incontri a distanza di tempo, luoghi diversi, strade che non conoscevo bene: non era, però, la stessa cosa di quando, ogni mattina, ripetevo la stessa strada alla stessa ora...
In questa estate post (?) terremoto, però, è successo qualcosa: la disponibilità per un piccolo progetto di volontariato nei paesi più colpiti mi ha portato a fare un (bel) po' di strada da percorrere a intervalli regolari alla stessa ora, al mattino, nella campagna padana: il Po da superare, coi suoi argini e le sue sabbie scoperte, un paesaggio conosciuto e cambiato, con tetti sfondati, impalcature, gru che stanno ricostruendo, tende ancora piantate nei giardini, cartelli stradali e pali della luce tutti con posizionizioni innaturali, così diverse dalla perpendicolarità... In mezzo a tutto questo disordine, così strano nelle nostre campagne, ho riscoperto quello che non vedevo da anni: l'inclinazione del sole che cambia impercettibilmente di settimana in settimana, l'uva sulle viti che ingrossa, il granoturco che ormai non cresce più ma inizia a seccare e tra un po' sarà pronto per essere tagliato, i frutti di un melograno che si distinguono tra le foglie...
Ho fatto molta strada nella vita. Continuo a farne.

lunedì 6 agosto 2012

Agosto

Luglio è stato una corsa a testa bassa lungo una discesa...
Gli esami di Fatina, l'attesa dei risultati, l'iscrizione alla scuola guida, l'iscrizione all'Accademia, i possibili alloggi, i documenti per un bando apparentemente senza speranza, le valigie da preparare, la casa da sistemare almeno un po', il viaggio di andata, Barcellona, i miei cinquant'anni arrivati inesorabilmente, il viaggio di ritorno, i panni da lavare, le foto da guardare e commentare, le dimissioni del Capitano, l'inizio dell'avventura come volontaria nei paesi del terremoto...
Agosto invece inizia pigro, senza ansie. Una bella notizia: la richiesta di Fatina per l'alloggio è stata accettata. Qualche sera fuori con gli amici. Fatina che va da Light Blue. L'impressione di un periodo vuoto davanti, e tanti libri nell'e-book da leggere.
E poi, e siamo solo al sei, pian piano si svelano gli impegni del mese: il volontariato che continua (va bhe', in fondo... una giorno a settimana cosa vuoi che sia...), il campo parrocchiale che ha bisogno di una cuoca d'emergenza (ma sì, se c'è bisogno vengo, però non posso restare tutta la settimana, ho l'altro impegno...), un viaggio a Firenze per un corso intensivo (vorrei ricominciare a far fruttare tutto il tempo che ho investito nell'informatica a scuola... con quel corso ritorno ad essere una formatrice...). E poi bisognerà andare a vedere gli alloggi a Brescia, perchè Fatina possa scegliere quello che le piace di più, firmare il contratto e iniziare ad organizzare le cose: cosa manca, cosa può essere utile, cosa c'è nei dintorni? Possibilmente prima di settembre, perchè poi iniziano gli impegni a scuola... E già che ci siamo, dovrei anche fare il cambio dei libri: portare in cantina i libri di prima e portare in casa i libri di seconda, in modo da vedere cosa c'è e cosa manca...
Dovrei farcela... in fondo siamo solo al sei di agosto...