lunedì 1 ottobre 2012

Il giorno UNO

Ieri mattina era domenica.
Il Capitano è tornato dal turno di notte, ha tolto gli abiti da lavoro, ha fatto colazione, si è rilassato un po' davanti al computer.
Io mi sono alzata, ho fatto colazione con lui, ho steso i panni e fatto ripartire la lavatrice, sono uscita per andare a comprare il dolce ed il giornale.
Werewolf si è alzato stranamente presto, ha fatto colazione, è uscito un'oretta e poi è rientrato.
Fatina quando si è alzata è andata a svegliare Light Blue che non stava troppo bene, ha fatto colazione con lui, ha iniziato a radunare alcune cose: libri, abiti, scarpe.
Nella Gabbia c'erano, posizionate in varie zone, alcune borse con vari generi commerciali: cibi secchi, in scatola, carta da cucina, detersivi per la casa, prodotti per l'igiene personale...
All'ora di pranzo ci siamo radunati tutti attorno al tavolo, abbiamo pranzato insieme come ogni domenica (risotto con i funghi, bistecca, torta...), poi il Capitano è andato un po' a riposare mentre io riordinavo la cucina.
In camera di Fatina c'erano una borsa da viaggio e uno zaino strapieni.
Verso le quattro Light-Blue è ripartito verso casa e il Capitano si è alzato.
Abbiamo caricato tutto quel che c'era in giro sulla Meri e siamo partiti, tutti e quattro, come in un viaggio per le vacanze e, come in quel viaggio, Werewolf giocava con la PSP e Fatina, la testa appoggiata alla sua spalla, osservava e commentava. C'era un po' di traffico. Siamo arrivati, abbiamo scaricato, abbiamo portato borse borsine a zaino in casa. C'è stato un lungo abbraccio e siamo ripartiti. In tre.
Era il giorno ZERO: l'ultimo giorno di lavoro del Capitano e il giorno in cui Fatina si è trasferita nella casa che sarà la sua per cinque giorni la settimana.
Oggi è stato il giorno UNO: il primo giorno da pensionato del Capitano, il primo giorno da matricola di Fatina...

giovedì 9 agosto 2012

Ho fatto molta strada nella vita

Ho fatto molta strada nella vita: ottanta chilometri al giorno, sei giorni alla settimana, otto mesi l'anno per quattro anni. Questo è stato l'inizio della mia carriera: mi muovevo in autobus, ma la mia sede era una frazione all'estremità della provincia, e lì l'autobus non arrivava... così mi appoggiavo all'amicizia ed al buon cuore di una collega che mi dava un passaggio in auto per gli ultimi chilometri. Avevo sempre con me qualche libro e un quadernetto su cui scrivere. Non che scrivessi nulla di speciale, solo qualche appunto sui personaggi che si incontravano, sul mutare del paesaggio, e al ritorno da scuola, sui bambini.
Poi è nato Werewolf, la sede di lavoro era un po' più vicina così i chilometri sono un po' diminuiti, io ho iniziato a spostarmi in auto – era molto più comodo e veloce. Ho dovuto abbandonare i libri ed il quadernetto, ma ci ho guadagnato la radio: mi teneva compagnia nelle mattine d'inverno nebbiose, mi teneva sveglia quando tornavo, la sera tardi, dalle riunioni, mi permetteva di scegliere se volevo ascoltare i notiziari o semplicemente un po' di musica.
Quando è nata Fatina, è arrivata la sede in città. Spostamento breve e veloce. Situazione comodissima per lavorare tranquillamente e arrivare presto a casa. Niente più libri, quadernetto, radio, ma questo non era tanto importante. Una cosa che mi mancava davvero tanto era il tempo “vuoto” del viaggio: quel piccolo spazio solo mio da riempire di cose gradevoli. Passò un po' di tempo perché mi rendessi conto che c'era un'altra cosa di cui sentivo la mancanza: avevo sempre lavorato in scuole di campagna, prima, e il tempo dei miei scolari, scandito dai lavori agricoli e dal susseguirsi delle stagioni, era diventato il mio. Senza i miei viaggi nel cuore della Pianura Padana non avevo più i riferimenti che mi avevano accompagnato per anni. Iniziarono a mancarmi i colori dell'autunno che infuocavano la campagna, poi mi mancarono le nebbie che sfumavano i contorni, poi mi mancò il verde impercettibile delle foglie che rinascono...
Pian piano imparai a vedere anche in città i piccoli cambiamenti del tempo che passa, ma mi rimase sempre un senso di perdita pensando a quei viaggi attraverso la pianura.
Solo qualche anno fa, con Werewolf e Fatina ormai grandi, ho ripreso a “fare strada”: ho iniziato a collaborare con colleghe di altre scuole, a tenere corsi, a partecipare a gruppi di lavoro a Milano... ho ripreso a guardare la pianura con gli occhi di chi sa vedere se un campo è stato seminato, o arato, o se il grano è pronto da mietere. Incontri a distanza di tempo, luoghi diversi, strade che non conoscevo bene: non era, però, la stessa cosa di quando, ogni mattina, ripetevo la stessa strada alla stessa ora...
In questa estate post (?) terremoto, però, è successo qualcosa: la disponibilità per un piccolo progetto di volontariato nei paesi più colpiti mi ha portato a fare un (bel) po' di strada da percorrere a intervalli regolari alla stessa ora, al mattino, nella campagna padana: il Po da superare, coi suoi argini e le sue sabbie scoperte, un paesaggio conosciuto e cambiato, con tetti sfondati, impalcature, gru che stanno ricostruendo, tende ancora piantate nei giardini, cartelli stradali e pali della luce tutti con posizionizioni innaturali, così diverse dalla perpendicolarità... In mezzo a tutto questo disordine, così strano nelle nostre campagne, ho riscoperto quello che non vedevo da anni: l'inclinazione del sole che cambia impercettibilmente di settimana in settimana, l'uva sulle viti che ingrossa, il granoturco che ormai non cresce più ma inizia a seccare e tra un po' sarà pronto per essere tagliato, i frutti di un melograno che si distinguono tra le foglie...
Ho fatto molta strada nella vita. Continuo a farne.

lunedì 6 agosto 2012

Agosto

Luglio è stato una corsa a testa bassa lungo una discesa...
Gli esami di Fatina, l'attesa dei risultati, l'iscrizione alla scuola guida, l'iscrizione all'Accademia, i possibili alloggi, i documenti per un bando apparentemente senza speranza, le valigie da preparare, la casa da sistemare almeno un po', il viaggio di andata, Barcellona, i miei cinquant'anni arrivati inesorabilmente, il viaggio di ritorno, i panni da lavare, le foto da guardare e commentare, le dimissioni del Capitano, l'inizio dell'avventura come volontaria nei paesi del terremoto...
Agosto invece inizia pigro, senza ansie. Una bella notizia: la richiesta di Fatina per l'alloggio è stata accettata. Qualche sera fuori con gli amici. Fatina che va da Light Blue. L'impressione di un periodo vuoto davanti, e tanti libri nell'e-book da leggere.
E poi, e siamo solo al sei, pian piano si svelano gli impegni del mese: il volontariato che continua (va bhe', in fondo... una giorno a settimana cosa vuoi che sia...), il campo parrocchiale che ha bisogno di una cuoca d'emergenza (ma sì, se c'è bisogno vengo, però non posso restare tutta la settimana, ho l'altro impegno...), un viaggio a Firenze per un corso intensivo (vorrei ricominciare a far fruttare tutto il tempo che ho investito nell'informatica a scuola... con quel corso ritorno ad essere una formatrice...). E poi bisognerà andare a vedere gli alloggi a Brescia, perchè Fatina possa scegliere quello che le piace di più, firmare il contratto e iniziare ad organizzare le cose: cosa manca, cosa può essere utile, cosa c'è nei dintorni? Possibilmente prima di settembre, perchè poi iniziano gli impegni a scuola... E già che ci siamo, dovrei anche fare il cambio dei libri: portare in cantina i libri di prima e portare in casa i libri di seconda, in modo da vedere cosa c'è e cosa manca...
Dovrei farcela... in fondo siamo solo al sei di agosto...

domenica 15 luglio 2012

Un'altra estate


Estate. Un'altra estate, verrebbe da dire.
Invece no.
Perché questa non è un'estate come le altre: è un'estate di attesa, di passaggio...
Alle spalle, tutti gli anni di scuola dei nostri figli: i compiti, i colloqui, le pagelle. E anche tutti gli anni di lavoro del Capitano: ottanta chilometri al giorno, i turni, le notti...
Ora, e tra poco, c'è Fatina che si prepara per prendere la patente, e c'è Barcellona, ancora una volta tutti e sei insieme, questa volta in aereo.
E lì in mezzo ci sono i miei cinquant'anni. Tra una settimana esatta. Troppi per festeggiarli qui e perciò esorcizzati nel bel mezzo del viaggio.
E poi, un po' più in fondo, c'è ottobre.
Con Fatina che inizierà l'Accademia in un'altra città, e perciò sarà via di casa dal lunedì al venerdì...
Col Capitano che andrà in pensione, e perciò sarà a casa sempre...
Ci sono tante cose da fare in quest'estate: l'iscrizione, la casa da cercare, i documenti da preparare, le dimissioni...
Ci sono tanti progetti in mente per il prossimo periodo: la casa da sistemare, l'arredamento da cambiare, le vacanze finalmente senza limiti di tempo, il cane Pisolo da trovare...
Chissà cosa realmente faremo, e in che ordine...
Chissà cosa realmente succederà...
Chissà se ce la faremo, tutti quanti...
Intanto c'è questa estate, per inspirare e... prepararsi a saltare!

sabato 7 luglio 2012

Una mattina di luglio


Sono partiti in tre: Fatina, Werewolf e Luna.
La nostra presenza, mia e del Capitano, quella mattina non era prevista.
Noi siamo andati a fare la spesa, abbiamo riordinato, abbiamo guardato facebook.... Abbiamo spedito massaggi senza ottenere risposta, abbiamo guardato l'orologio più e più volte..
E poi non ce l'abbiamo fatta più e siamo partiti. E nel frattempo è squillato il cellulare, era Werewolf : - Ci siamo, è entrata!.
Siamo arrivati. Lei era là che parlava. Werewolf era affacciato alla porta, Luna era lì di fianco.
Io e il Capitano ci siamo seduti, ci siamo rialzati, siamo andati a fare una giretto. Werewolf e Luna sono andati alle macchinette e sono tornati.
Lei era sempre lì che parlava.
Io mi sono seduta, mi sono rialzata, mi sono seduta circa trecento volte.
Werewolf e Luna si sono affacciati, hanno ascoltato, guardato, commentato.
Il Capitano è rimasto in piedi, con lo zainetto di Fatina stretto tra le mani.
Poi lei si è alzata. Ha parlato ancora un po', ha salutato ed è uscita, di nuovo tra noi.
Le abbiamo chiesto, ci ha raccontato, ce la siamo abbracciata e baciata.
Fatina si è diplomata.

domenica 17 giugno 2012

- 2 + 30


E così ci siamo quasi... due giorni all'inizio degli esami di maturità di Fatina...
Trenta gradi durante il giorno...
Trentadue anni dal mio esame di maturità...
Sei anni dall'esame di maturità di Werewolf...
Un anno di scuola faticoso, passato finalmente e finito troppo velocemente.
Domani la consegna delle schede ai bambini, fuori in cortile perché non si sa mai.
Le ultime firme sul registro, i compiti delle vacanze e poi l'attesa per sapere chi sarà la mia collega il prossimo anno.
Martedì un sospiro, gli ultimi ritocchi alla tesina, e mercoledì inizierà la volata finale.
Se la vita di questa famiglia fosse una fiction, la serie di quest'anno sarebbe apparsa un po' troppo fantasiosa!
Del resto, è ben chiaro anche nel titolo, in questo periodo qui DIAMO I NUMERI!

martedì 29 maggio 2012

Questa terra


Questa terra piatta come un mare calmo...
Questa terra di umido, di acqua, di zanzare, di nebbia, di afa...
Questa terra senza grilli per la testa, tanto lavoro e poca fantasia...
Questa terra fino a qualche mese fa aveva un unico pregio: era terra ferma.
Non abbiamo il mare- ci dicevamo -né il clima della collina o le vette delle montagne, e nemmeno il languore di laghi più grandi, ma abbiamo una terra sulla quale si può contare: non si muove, non si spacca, non erutta; resta lì. Ferma.
L'avevamo sentita tremare, alcune volte, certo. Ma, come i cerchi nell'acqua quando butti un sasso, era il riflesso di altre terre che tremavano: il Friuli, Parma, l'Appennino... la NOSTRA terra, qui, era ferma.
Invece...
Invece le prime avvisaglie sono arrivate a gennaio. E in fondo ci sembrava una prova che sì, il terremoto arrivava, ma sempre da altrove, sempre lieve...
E poi è arrivato maggio. E le scosse. Forti. Molto forti. Tante. E la paura.
E i bambini sotto i banchi a scuola. E la signora che ha paura a stare a casa sua e s'intrufola tra nonni e genitori che vengono a riprendersi i bambini nel giardino della scuola, per fortuna così ampio, e rimane con noi fino a quando tutti sono andati a casa. E la gente che riempie la piscina e si vede benissimo che nessuno era pronto per andarci oggi. E il campetto davanti a casa pieno di gente anche adesso, alle dieci e mezza di sera, che chiacchiera, ride e scherza senza nessuna voglia di spostarsi da lì. E le scuole chiuse domani. E un pezzo della tua città crollato. Un pezzo importante, che si vede da lontano. E lo sai bene che, con tutti quei morti e quei feriti qui attorno, pensare ad un tetto di chiesa caduto è quasi blasfemo, ma sai anche che i monumenti, i palazzi, le chiese sono l'identità di tutti i paesi di questa terra: il “campanile” è il simbolo dei luoghi, in questa pianura.
Questa terra ci ha traditi. O forse ce l'avevano raccontata male.
Adesso terra, però, fermati un po'. E questa notte lasciati dormire.