giovedì 5 gennaio 2012

Dal vecchio blog... (da agosto a dicembre 2010)

martedì, 03 agosto 2010

Parigi... IL VIAGGIO

 Anzi... i viaggi, perché un'andata e un ritorno ciascuno di più di 1000 chilometri di autostrada meritano di essere considerati DUE viaggi... e perché il viaggio, quando è così, è già - e ancora – vacanza.
Da dove partire? Intanto dall'aspetto logistico: 6 persone, le valigie, 2 auto.
La Meri, nera, che fa da ammiraglia, davanti, munita di TomTom. Alla guida il Capitano; di fianco a lui io, nella tradizionale posizione del navigatore (ma in realtà completamente inutile vista la presenza del suddetto TomTom), sul sedile dietro Fatina e Light-Blue, muniti di mp3, mp4, cuffiette e tutto il necessario per non dover ascoltare i nostri cd.
La Tartarughina, rossa, dietro, che segue i nostri passi (anzi, le nostre ruote). Alla guida Werewolf; di fianco a lui Luna, a sostenerlo e fare da interprete per gli sms che ci scambieremo con le info di servizio.
In ogni auto, oltre alle valigie, una borsa termica con acqua, the e altri generi di conforto.
Oltre alle fermate “tecniche” (benzina, pipì, panino), all'andata il viaggio è spezzato in due tappe. Ci fermiamo nella campagna della Borgogna in un motel che starebbe benissimo in un film americano di quelli con squallidi personaggi e un killer in agguato. Per fortuna killer non ce ne sono ( o almeno non ce l'hanno con noi) e il mattino dopo possiamo ripartire dopo aver, più o meno, dormito. Da lì alla nostra destinazione sono poco più di due ore di viaggio e, dopo esserci sistemati, il pomeriggio riusciamo anche a fare un giro a Parigi.
Il ritorno invece è “tutta una tirata”. Non c'è problema comunque: dico a Werewolf che quando sarà stanco potrò guidare io, lui sa benissimo che a me non pesa guidare. Invece, chilometro dopo chilometro, non molla il volante e, quando usciamo dall'autostrada a cinquanta chilometri da casa, è visibilmente più lucido del Capitano, che è notoriamente un guidatore instancabile.
Sosterrà più tardi, il Capitano, che per lui il viaggio è stato più faticoso perché oltre a guardare la strada davanti doveva anche guardare Werewolf dietro. La realtà è che, inevitabilmente, per il Capitano la fatica si sente ogni viaggio un po' di più dato che ogni volta c'è un annetto in più...


monte bianco
Nella foto Il Monte Bianco, versante italiano, coperto di nubi

Parigi...

Una settimana a Parigi.
Siamo andati, tornati, abbiamo visto e fatto cose, le valigie sono disfatte, i panni lavati e stirati, le foto scaricate.
E' il momento di tirare le somme.
Come? Per argomenti...

Uno alla volta, nei prossimi post


mercoledì, 04 agosto 2010

Parigi... L'ALLOGGIO

L'alloggio è una casetta di legno a due piani, con la veranda davanti, in un piccolo villaggio turistico, con stradine bianche, barbecue, campo da pallavolo e da basket. Le persone che ci ricevono sono gentili, e fanno di tutto per farsi capire nonostante lo scoglio “linguistico”.
C'eravamo già stati, tre anni fa, e lo sapevamo: è comodo, caldo e accogliente. Nella casetta c'è un grande ambiente che fa da cucina e salotto, c'è un bagno spazioso, ci sono tre camere da letto, una a piano terra e due al primo piano. E' arredato con mobili robusti di legno chiaro: un grande tavolo per mangiare, le sei sedie, una cassapanca, un tavolino più basso (che si rivelerà adattissimo per giocare a Monopoli, la sera) con attorno due poltroncine ed un divanetto. In un angolo la cucinetta: azzurra, col lavello, due piastre, il frigorifero, il congelatore, il microoonde. Il tetto spiovente rende tutto più vissuto.
Non è un albergo, e da subito si inizia ad accorgersene: ci vengono date le lenzuola, e ci sono da preparare i letti... Qualcuno non sa bene come fare con le lenzuola senza angoli, ma soprattutto c'è l'incognita cuscini: i classici cuscini francesi, a salsicciotto, hanno federe smisurate e sorge il dubbio su come fare per farle stare ferme. Poi ci sono i turni per lavare i piatti: preparare la cena è compito mio, ma il lavaggio si può “appaltare”: una sera io e il Capitano e una sera per uno i ragazzi. Ognuno ha il proprio stile, che si nota soprattutto quando si deve passare dal lavaggio al risciacquo.
In fondo non è male per passarci una settimana, e non è molto diverso dalla gabbia quando ci siamo in sei: sei persone, allegria, confusione ed... un solo bagno.


giovedì, 05 agosto 2010

Parigi... TRENI E METRO

Per noi che viviamo in provincia, che per fare i 150 chilometri per andare a Milano impieghiamo due ore quando il treno non è in ritardo (cioè mai...), la metropolitana è qualcosa che all'inizio intimidisce un po'. Ma dopo un po', capito il meccanismo, la metro è rassicurante: è uguale in tutto il mondo (o almeno, per quel che ne so io, in tutta Europa) e, carta alla mano, non tradisce mai.
Parigi ha una rete metropolitana enorme, e in più ci sono le linee della RER. E' rassicurante, sulla carta, vedere la possibilità di raggiungere ogni zona senza nessuna difficoltà.
Nella realtà le cose, però, sono andate un po' diversamente...
A partire dal prezzo del biglietto forfait turistico, che è il più caro in assoluto tra Roma, Vienna, Barcellona...
E nonostante questo, la qualità “materiale” dei biglietti è davvero scadente: già il primo giorno la banda magnetica tradisce prima Light-Blue e poi Werewolf e Luna. Il secondo giorno i biglietti di Luna e Werewolf vengono sostituiti. Il terzo giorno è necessario sostituire di nuovo il biglietto di Werewolf al mattino, mentre Luna e Fatina rimangono bloccate al pomeriggio... I giorni successivi i ragazzi vanno a Disneyland, ma io ed il Capitano continuiamo a viaggiare sempre con l'ansia di rimanere bloccati.
I convogli sono sottodimensionati, e più della metà dei nostri spostamenti, lunghi o brevi, avvengono su vagoni strapieni, sia di RER che di metro.
Una linea è chiusa per lavori, e non ci sono indicazioni di mezzi alternativi.
Insomma, c'è voluto spirito di adattamento, e per fortuna eravamo in vacanza...
Da questo punto di vista nulla ci ha fatto preferire la metropoli alle nostre piccole città.


metro
Nella foto una bella stazione della Metropolitana di Parigi:
Arts er Métiers


domenica, 08 agosto 2010

Parigi... I MUSEI e tutto il resto

 I musei di Parigi sono numerosissimi, scegliere quali vedere non è stato semplice: dovevamo mettere d'accordo il tempo disponibile con i gusti e gli interessi di 6 persone...
Alla fine abbiamo scelto di concentrarci su poche cose, ma viste senza fretta: la torre Eiffel, l'Hotel des Invalides, il Louvre (naturalmente non tutto, solo una scelta), Notre Dame, la casa di Nicolas Flamel. E in più tutte le vie, le piazze, i ponti, i negozi nei dintorni dei luoghi in cui siamo stati. In realtà nel nostro itinerario c'erano anche due mostre temporanee: una sulle creazioni di Yves Saint Laurent (dovevamo andarci solo io e Fatina) e l'altra sulla storia dei videogames (e questa interessava a tutti) ma in realtà non se ne è fatto nulla.
Credo che il 99 % delle persone che vanno a Parigi per la prima volta desiderino vedere, prima di tutto, la torre... Così la nostra prima tappa è stata proprio quella. Avevamo sperimentato, tre anni fa, l'emozione di arrivare, con la metropolitana, alla piazza del Trocadero e, appena fuori, di trovarsi di fronte allo spettacolo dei giardini, del Pont d'Iena e del Quay Branly ma soprattutto della Tour Eiffel. Così abbiamo ripetuto lo stesso percorso e anche per Luna e Light-Blue è stata la stessa cosa: la giornata non era granchè, ma lo spettacolo era impagabile! Era la domenica dell'arrivo finale del Tour de France, e Parigi era più piena del solito: gente sui ponti ad aspettare i ciclisti, poliziotti con le mitragliette pronte, auto delle scuderie dei corridori parcheggiate ovunque, e in più la folla “normale” di turisti, venditori, guide e imbroglioni.

torre
Il giorno successivo è stata la volta del Louvre e il giorno dopo quella del Musée de l'Armée.
Io non so come siano gli altri ragazzi dell'età tra i 16 e i 22 anni, come quelli della Gabbia: magari non tutti amano andare per musei, magari preferiscono le discoteche, o i grandi magazzini, non so... Io so che c'era l'entusiasmo che ho visto solo ai concerti: urletti, pianti di emozione, bocche spalancate, macchine fotografiche che scattano senza sosta...
Al Louvre abbiamo scelto la parte relativa all'antico Egitto, quella delle sculture classiche, greche e romane, e la sezione dei dipinti italiani e francesi; passando da una sezione all'altra poi ci siamo imbattuti nella ricostruzione (praticamente il palazzo originale smontato e rimontato al Louvre) del palazzo persiano del regno di Dario, che non sapevamo nemmeno fosse al Louvre: una scoperta meravigliosa...
dario
L'Egitto attira sempre chiunque, e nonostante abbiamo visto collezioni simili ad Amsterdam e ai Musei Vaticani, questa del Louvre è proprio una bella collezione: le foto scattate sono state numerosissime da parte di tutti noi, in particolare Light-Blue avrebbe fotografato ogni cosa! Particolare successo hanno riscosso la mummia, i sarcofagi ed il libro dei morti, ma anche, tra i ragazzi, i dadi da gioco e gli strumenti musicali.
La sezione di sculture classiche ospita due sculture tra le più famose al mondo: la Venere di Milo e la Vittoria Alata di Samotracia e qui, naturalmente, l'emozione non è mancata per nessuno. Ma la scena più bella si è svolta di fronte ad una scultura “meno” famosa: l'Apollo Sauroctone di Prassitele; Fatina aveva studiato lo scultore e l'analisi della statua per l'esame, e l'aveva molto apprezzata. Trovarselo davanti dal vivo è stata una emozione fortissima, tanto che prima si è immobilizzata e poi si è commossa: il cuore le batteva a mille!

apollo
Nella sezione dei dipinti, invece, è stata la volta di Luna, che è partita in quarta alla carica della Gioconda: in una bolgia infernale di Giapponesi e Coreani è riuscita ad infiltrarsi, a posizionarsi in prima fila ed a scattare le foto che voleva. Devo dire che io, invece, nella stessa sezione, sono stata colpita particolarmente da un quadro che amo molto ma che avevo visto solo in foto: il San Sebastiano di Mantegna. Werewolf invece si è sbizzarrito soprattutto con i quadri di Delacroix (ed effettivamente alcuni sono grandiosi...).

louvre
Nella foto ci sono tutti e quattro i ragazzi
all'ingresso del Louvre: se riuscite a individuarli siete bravi!

Al Musée de l'Armée sono raccolti reparti che parlano della storia delle armi dalla preistoria alla seconda guerra mondiale, con particolare attenzione alla storia dell'esercito francese. Io e Fatina avevamo deciso di tralasciare questa visita per dedicarci alla mostra temporanea su Yves Saint Laurent, che era nel Petit Palais, poco distante. Un'attesa stimata di due ore e mezza ci ha fatto desistere e ci siamo riunite al grosso del gruppo. Anche qui le scene da “concerto rock” non sono mancate... del resto già in Olanda, a Delft, in un museo simile, forse un po' più grande, e l'anno scorso a Vienna, Werewolf aveva mostrato di gradire particolarmente questo tipo di “raccolta storica”. Ama molto la storia ed ama molto le armi storiche, fin da quando è piccolo: sono rimaste famose le visite al museo di San Marino con lui di quattro, cinque anni, che si esaltava di fronte agli spadoni medievali.... Ma non è il solo ad essersi divertito: per Light-Blue credo fosse la prima visita ad un museo simile e, dal numero di foto scattate, mi pare di capire che sia stata di suo gradimento.

invalides
Notre Dame, nello stesso giorno del Louvre, è come sempre emozionante, sia dentro che fuori.
Mai come nel sagrato, mentre si aspetta per entrare, si coglie cosa significassero, all'epoca, la piazza e la cattedrale: quanto fossero in realtà unite e lontane contemporaneamente...
Alla luce del sole si notano i marmi lavorati, si immaginano i cornicioni nascosti, l'interno delle torri... e poi, percorrendo le navate, si passa alle luci soffuse, alle vetrate colorate, alle statue ed ai ceri. Per chi crede, è un invito alla preghiera, per chi non crede un invito a fermarsi a pensare.

notre dame
Ultima chicca, la casa di Nicolas Flamel.
Chi era costui? Un personaggio tornato in voga recentemente, grazie ad una saga di libri che lo vede come protagonista ed al fatto che venga nominato nei libri di Harry Potter. Un personaggio realmente esistito, un alchimista al quale si attribuisce l'invenzione della pietra filosofale... La realtà (casa in cui ha vissuto e lavorato ancora visibile, data di nascita e di morte, documenti che provano la sua esistenza...) è ampiamente affiancata da elementi mitici e da leggende: per qualcuno lui e la moglie Perenelle sarebbero ancora vivi, le loro tombe sarebbero state trovate vuote; altri sostengono che in realtà avrebbero scelto di morire nell'800, rinunciando all'immortalità, sopraffatti da un mondo troppo diverso dal loro... di certo un personaggio (anzi, due perché con lui si parla sempre anche della moglie) estremamente affascinante.

flamel
Lì vicino, al museo “Arts et Metiers” c'era la mostra temporanea sulla storia dei videogames, ma il lunedì il museo era chiuso e il martedì, quando siamo tornati, alle due avevano già terminato i biglietti per tutta la giornata (guadagnandosi così grande disprezzo da parte del Capitano...).
I restanti due giorni i ragazzi sono andati a Disneyland e il Capitano ed io abbiamo proseguito nella visita alla città... Ma di questo parleremo un'altra volta.

mercoledì, 18 agosto 2010

Parigi... DISNEYLAND, SHOPPING E GRANDI MAGAZZINI

 Se c'è qualcosa che a Parigi non manca, sono le occasioni per fare shopping... Un pomeriggio, perciò, dopo i musei, è stato dedicato a quello.
Prima tappa: l'Hard Rock Cafè. La confusione era tanta, la cassa una sola, le magliette da acquistare tre, i parigini ed i turisti poco propensi a rispettare le fila... In tutto questo Luna è riuscita a raggiungerci (noi l'aspettavamo all'esterno, sul marciapiede...) nel giro di cinque minuti con le magliette pagate ed imbustate. Onore al merito: una vera eroina dello shopping!
A seguire, poco distante, una visita alle Galerie Lafayette: IL grande magazzino di Parigi che, da solo, per la struttura e la cupola, merita una visita. Figuriamoci poi per il “contenuto” in periodo di saldi... Così ci siamo divisi a coppie, ci siamo dati appuntamento dopo un'ora ad una delle moltissime uscite, e siamo partiti in esplorazione. Il Capitano ed io abbiamo approfittato dell'ottimo caffè e ci abbiamo trascorso un quarto d'ora. Poi abbiamo esplorato un po' a caso l'ambiente senza troppe ansie da acquisti: per noi c'erano altri due giorni di visita alla città. All'uscita Luna e Werewolf erano contenti dei loro acquisti. Fatina e Light-Blue non si erano, invece, lasciati tentare.

I due giorni successivi i ragazzi sono andati a Disneyland, mentre il Capitano ed io ci ciamo goduti altri due giorni a Parigi a velocità un po' più “lenta”. Le nostre preferenze sono andate a Montmartre, con il magnifico Sacré Coeur, la salita, le piazzette, le stradine e alla Sainte Chappelle: capolavoro gotico sull' Ile de la Citè, vicino a Notre Dame, con le pareti interamente fatte di vetrate d'epoca. E poi di nuovo shopping, ma questa volta con calma... spalmato su due giorni...
Prima tappa: il Viaduc des Arts. Un vecchio viadotto, dalle parti della Bastille, ristrutturato utilizzando gli spazi in modo molto pratico: sotto i volti sono stati ricavati gli spazi per i negozi (in gran parte artigiani, più qualche brasserie) mentre sopra, su quella che una volta era una strada, è stata allestita una “passeggiata” fiorita; un giardino soprelevato lungo un paio di chilometri. Al di là delle presenze leggermente inquietanti, legate alla vicinanza della Gare de Lion, una bellissima scoperta... in realtà piuttosto cercata: uno dei negozi è una famoso negozio di articoli per il ricamo, conosciuto anche in Italia perchè spesso presente alle fiere di settore e per le vendite on-line. Quindi... prima tappa di vero shopping: il Capitano mi ha aspettato pazientemente su una panchina all'esterno e io mi sono goduta la ricerca di stoffe e libri (e non ne ho nemmeno approfittato troppo!).
Seconda tappa: ritorno ai negozi di souvenir del Louvre. Cercavamo qualcosa di particolare da regalare ai ragazzi come ricordo della vacanza. Molte idee, ma alla fine abbiamo optato per delle riproduzioni di opere, scelte secondo i gusti del singoli. In più, un set di tovagliette per la vicina che, gentilmente, si è occupata delle piante in nostra assenza.
Terza tappa: ritorno alle Galerie Lafayette. Abbiamo così scoperto che il magazzino che abbiamo visto con i ragazzi è solo una parte del tutto: i magazzini sono tre, in tre palazzi dello stesso isolato, con collegamenti aerei o sotterranei. Così siamo tornati al caffè del giorno prima, ci siamo concessi di nuovo una piccola pausa gustosa ed abbiamo iniziato con metodo il nostro giro, durante il quale abbiamo preso i regalini per gli zietti.
Da menzionare, in questi due giorni senza figli, anche i pranzi: il primo giorno, manco a dirlo, al Viaduc des Arts in un locale molto caratteristico; il secondo vicino al Luvre, ai giardini delle Tuileries, sotto un cielo che prometteva pioggia di lì a pochissimo ma che in realtà e stato clemente.
E i ragazzi, a Disneyland?
Dai racconti e dalle facce delle due sere, al ritorno, molto divertimento nonostante qualche critica allo “stile Disney”, molte foto, e soprattutto molto shopping: pupazzi a pile, peluches, portachiavi, magliette, ciondolini per il cellulare... Sembrava la mattina di Santa Lucia!


venerdì, 20 agosto 2010

Improvvisamente...

Dopo la settimana in Croazia, l'arrivo di Luna, un mese e mezzo di colazioni pranzi e cene per un numero variabile di coperti tra quattro e sei; dopo il viaggio a Parigi, la spesa negli iper della periferia francese per sfamare tutti quanti senza troppa monotonia, le lavatrici e le montagne stirate al ritorno; dopo aver salutato Luna e Werewolf che partivano per la Toscana; dopo una settimana senza finestre perché Light-Blue le stava ridipingendo e le pulizie di primavera in piena estate; dopo la Gabbia piena di letti, piatti e gente...
dopo tutto questo, oggi il Capitano è andato al lavoro (e non c'è nulla di strano...) e ha portato con sé Fatina e Light-Blue, che andavano a casa di lui.
Dopo tutti questi giorni di corsa, improvvisamente, oggi, sono rimasta sola...
Per un attimo, mi sono sentita circondata dal vuoto. Mi mancavano le voci, le risate, la confusione...
Poi, dopo poco, è passato tutto e... ho riacquistato possesso di casa mia!


sabato, 21 agosto 2010

21

A LIGHT-BLUE

auguri

BUON

COMPLEANNO!

martedì, 24 agosto 2010

Cambio di stagione

Le persone normali, quando giunge il momento di fare il “cambio di stagione”, si occupano degli armadi: spostano in posizione più comoda gli abiti che fanno parte della stagione che sta arrivando, ripongono ciò che, per una stagione, non si utilizzerà più.
Le maestre, nell'esercizio delle loro funzioni, invece, fanno il “cambio di classe”. E se, tra una classe e l'altra, può essere un cambio soft , con rimasugli dell'anno precedente che si trascinano fino a Natale (in realtà, che differenza c'è tra gli esercizi di grammatica di fine quarta e quelli di inizio quinta? o quali argomenti di scienze, tralasciati un anno, non si possono riprendere l'anno successivo?), quando si arriva al “grande passaggio” e dalla quinta si ritorna in prima è proprio indispensabile fare piazza pulita.
Così ieri, dopo aver preso il coraggio a due mani, ho fatto quello che, in tutta estate, non avevo ancora trovato il coraggio di fare: ho tolto dalla libreria tutti i testi di classe quinta, le guide, i quaderni operativi... Mi sono avventurata in cantina, ho scartabellato nella mia vecchia libreria, ho cercato lo spazio per riporre tutto quel che non mi serviva e poi sono risalita con i frutti delle mie ricerche. Tra quelli, i libri di testo con la loro guida e qualche nuovo acquisto, ora, nel mio scaffale sono presenti: tre guide didattiche, il “libro di lettura” composto da tre volumetti, quattro quaderni operativi di “italiano classe prima”, diversi quadernoni a quadretti da un centimetro, da tenere in classe di scorta, pennarelli, matite colorate, una busta di plastica trasparente piena di attestazioni di corsi fatti, un astuccio, una agenda intonsa, un astuccio.
Ora, clima a parte, sono pronta: la scuola può ricominciare!


giovedì, 02 settembre 2010

Dell'importanza dei colleghi maschi...

La scuola è un mondo prevalentemente femminile.
La scuola primaria in particolare è un mondo quasi esclusivamente femminile: le presenze maschili sono rarissime e dislocate a macchia di leopardo. Per contro, il mondo del lavoro scolastico realizza benissimo il concetto delle “pari opportunità”: le donne hanno ed utilizzano competenze che, in altro ambito, raramente possono utlizzare. Così, in una scuola di sole donne (maestre e bidelle, per carità... i bambini maschi ci sono!), è normale che chi si occupa di informatica sia una donna, che abbia cacciaviti nella borsa, che smonti schede, che attacchi cavi... ed è normale trasportarsi da sole i computer da un laboratorio ad un'aula, a un altro laboratorio. Normale traslocare autonomamente armadi e scatoloni e, talvolta, in caso di estrema necessità, anche ridipingere le pareti di un'aula.

Passare dalla direzione didattica all'istituto comprensivo ha diversi “lati oscuri”, che è meglio non ricordare, ma un indubbio lato positivo: l'aumentato numero di colleghi maschi.
Della loro indubbia utilità mi sono resa conto stamattina, quando, dovendo spostare quattro computer dalla scuola media ad una delle scuole elementari, ho dovuto solo aprire il portellone dell'auto: un professore ed un bidello mi hanno caricato i computer ed i monitor senza che io muovessi un muscolo, all'altra scuola me li hanno scaricati e, quando ho detto che li potevano poggiare sul pavimento del laboratorio (visto che non c'erano postazioni libere) mi hanno trasportato un tavolone dal salone all'aula perchè poi non dovessi chinarmi per raccoglierli...
Decisamente incredula, mi sono detta che di uomini, nella scuola, ne servirebbero un po' di più



mercoledì, 15 settembre 2010

Parole di prima: IDENTITA'

Ripiombare dalla quinta alla prima è sempre faticoso e surreale... Un po' perchè in cinque anni la tipologia delle famiglie e dei bambini effettivamente cambia, e un po' perché, come afferma amorevolmente il Capitano, “ogni volta avete cinque anni in più anche voi”...

Ma c'è un lato che, ogni volta, sorprende ed incanta: le parole dei bambini.
F. guardando con evidente invidia il suo compagno di banco dalla pelle nera come l'ebano:
- Perché lui è così abbronzato?
La maestra, mia collega:
- Perchè i suoi genitori e i suoi nonni sono nati in Africa, dove c'è tanto sole e tutti sono abbronzati così.
E il compagno dalla pelle scurissima, sentendosi tirato in causa:
- Però io sono nato in Italia e quando sono nato ERO BIANCO!


venerdì, 15 ottobre 2010

I prescelti

Milano. Ufficio scolastico regionale. Zona periferica, ma non troppo. Un palazzo anonimo all'esterno, come tanti lungo il viale.
Poi entri.
E' stato rimodernato da poco, e si vede. Non hanno badato a spese. E si vede.
Boureau d'accoglienza. Ascensori cromati e rivestiti di specchi lucidissimi. Pavimento di marmo. Porte, pareti e divisorie in legno scuro. Bagni lussuosi.
Ci indicano la sala in cui siamo attesi: il terzo piano è evidentemente il piano dei dirigenti, la sala degna della poltrona in pelle umana del megadirettoregalattico di Fantozzi, il tavolo da solo molto più ampio della mia sala da pranzo.
Del resto ce lo meritiamo, siamo I PRESCELTI. Quelli che hanno ottenuto il finanziamento sul progetto presentato: 12 scuole tra tutte quelle della regione...

Le nostre scuole sono sporche, perchè sono decenni che nessuno ridipinge le pareti. I bagni fanno passare la voglia da subito. Le aule sono scure e rumorose. Non c'è nulla nelle nostre scuole di ciò che vediamo qui.
Eppure ci hanno chiamato qui, alle 3 e mezza del pomeriggio, per dirci tra noi che siamo stati bravi, per lodarci, per farci sapere le date dei prossimi incontri.
Un'ora e mezza di riunione, contenuti che sarebbero stati in una mail di dieci righe, “anticipazioni” di nessuna utilità...
Siamo partite in due, da qui, col treno delle 11 e 40. Io ho lasciato la classe a qualcuno che mi sostituisse. Siamo tornate a a casa alle 7 e mezza di sera. Per una riunione di un'ora e mezza di utilità nulla. A scuola ci rimborseranno i biglietti e ci daranno una indennità di missione per questo...
Anche questa è Italia.


domenica, 07 novembre 2010

Tutte le auto di una donna

 La mia prima auto era una 500, di terza mano: me l'aveva regalata il nonno Mario... Era una piccola libertà per me che avevo vent'anni.
Poi, più avanti, una 127: scivolosa e antipatica perché più da domare che da guidare, mi lasciò a piedi una mattina d'autunno in mezzo al nulla mentre andavo a scuola; non l'ho mai perdonata e l'ho cambiata.
E' così che è arrivata la Uno. Rossa e veloce, mi ha accompagnato negli anni in cui crescevano i miei figli. Ha trasportato carrozzine, passeggini, biciclettine, zaini di scuola e borse sportive. Non è mai uscita dall'Italia, ma ha percorso chilometri e chilometri sulle autostrade verso il mare o arrampicandosi sui tornanti delle Alpi, con le valigie nel baule e Werewolf e Fatina sul sedile dietro, che dormivano, o giocavano, o cantavano, o mangiavano, negli anni in cui facevamo un po' di vacanze tutti e quattro, con anche il Capitano (e allora partivamo con l'altra auto), e un po' solo mamma e bambini (e allora partivo con la Uno). Ha percorso tanti altri chilometri per le strade della provincia, quando insegnavo fuori città, e con lei non ho mai temuto pioggia, gelo, nebbia... Mi è stata compagna nel trasloco, trasportando quantità incredibili di scatoloni grazie al sedile dietro ripiegabile, e, con il sedile passeggeri reclinato, ho potuto caricare persino una scala di due metri. Non mi ha mai deluso nei viaggi all'Ikea, qualsiasi mobile avessi acquistato. Mi è dispiaciuto molto separarmene, ma ormai era giunta alla “fine”.
Poi è stata la volta della Escort: dignitosa station wagon che mi ha permesso di caricare contemporaneamente la sedia a rotelle della Bisnonna e la bici di Fatina per trascorrere un pomeriggio in riva al lago con loro due e la Nonna. Però non sapeva arrampicarsi in montagna e in realtà non l'ho mai sentita davvero mia...
Infine (per ora) è arrivata la Meriva: nera e affidabile, molto tedesca ma divertente. Carica anch'essa zaini e borse sportive, naturalmente, e anche il sax di fatina o la chitarra di Light-Blue. Ha già viaggiato molto con noi e con i ragazzi: è stata in molte parti d'Italia, in Francia e in Olanda due volte, in Belgio, in Croazia, in Austria due volte (senza contare le nazioni da cui è solo passata). Ma soprattutto versatile: ha sopportato la P sul lunotto quando Werewolf stava prendendo la patente, sa caricare 5 persone ed i bagagli per le vacanze, ha il sedile passeggeri che permette di far salire il nonno con poca fatica, o permette di caricare nonno, nonna e sedia a rotelle senza sforzo, grazie al sedile dietro che si appiattisce proprio, come se fosse un pianale unico, anche se lo sdoppi.
Ieri, mentre riportavo la sedia a rotelle noleggiata per il nonno alla sanitaria, accanto alla Meriva c'era parcheggiata un'auto su cui una signora stava caricando sedia a rotelle, deambulatore, sbarre per il letto...
Una donna non smette mai di avere bisogno di un'auto spaziosa!


giovedì, 11 novembre 2010

Parole di prima: COMPETENZE METAFONOLOGICHE

 Mentre introduciamo la sillaba NA:
- Cosa inizia con NA? Pensiamo al nostro viso...
- NARICI!
- Brava, narici! E poi? Cosa c'è attorno alle narici che inizia con NA? Chi me lo sa dire?
- Io maestra!
- Dimmi..
- OCCHI!
(Sigh! Adesso vorrei sapere cosa ne pensano gli psicolinguisti che ci stanno facendo il corso sulle competenze metafonologiche necessarie per l'apprendimento della letto-scrittura...)


sabato, 13 novembre 2010

Parole di prima: ITALIANO... LINGUA 2?

-  Bambini... oggi cerchiamo le parole con TO. Chi ne sa qualcuna?
- TOPO!
- Va bene, e poi?
- TORO!
- Bene!
- TOVAGLIA!
- TOSTAPANE!
- Bravi...
- Maestra... OTTOBRE ce l'ha in mezzo TO!
- Benissimo...
- MOTO ce l'ha alla fine...
- Bene, adesso iniziamo a scriverle e a disegnare, altrimenti ce le dimentichiamo.

Nel frattempo F. sta facendo altro: ritaglia le tesserine con scritto TO che poi darò ai suoi compagni per arricchire il sillabiere. E' un bambino con bisogni speciali, come dicono nei paesi civili e il suo modo di apprendere, al momento, è per noi ancora piuttosto misterioso. Mentre i compagni scrivono si alza, mi raggiunge, mi porge le tesserine ritagliate...

- Maestra, TOMADAR va bene?
- Scusa ma non ho capito, puoi ripetere?
- Con TO maestra, TOMADAR va bene?

Ok, ho capito bene...

- Sì F., non è proprio italiano... ma va bene
(Per i non abitanti in questa città: cogliere la potenza dell'espressione “to madar” in tutte le sue sfaccettature non è semplice... chi volesse provarci può andare a vedere qui  http://www.facebook.com/pages/La-vaca-ad-to-madar/46460016796 


martedì, 23 novembre 2010

Doveva succedere...

Inutile recriminare... doveva succedere...
Prima o poi doveva succedere...
E' successo.
Dopo 17 anni di magliette scarpini divise tute lavate senza colpo ferire dopo ogni allenamento, dopo 17 anni in cui Werewolf è andato in campo, o in palestra, ogni settimana, ogni allenamento, ogni partita, con tutto quello che serviva pulito e in ordine, dopo 17 anni in cui non ho mai esitato ad usare tutti i mezzi possibili compreso il phon... ebbene:
lo scorso allenamento Werewolf non aveva nemmeno una tuta adeguata e pulita da mettersi.
Come è potuto accadere?
Ecco... non ci ho pensato: ho fatto dodici lavatrici in una settimana e non ci ho messo dentro nemmeno una tuta di Werewolf.
Faccio ammenda e mi cospargo il capo di cenere, e prometto che non succederà più!

p. s. in realtà ho scoperto che una simile dimenticanza non ha fatto crollare la casa, né lo stadio e nemmeno le traverse delle porte del campo da calcio; ho scoperto che Werewolf ha semplicemente indossato qualcosa di non scudettato e ci ha messo sopra il kway; insomma... ho scoperto che in fondo una volta in 17 anni può succedere.


martedì, 30 novembre 2010

23

HAPPY BIRTHDAY
WEREWOLF!


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giovedì, 02 dicembre 2010

51

IN ATTESA DEL PROSSIMO VIAGGIO...

Cascate del Niagara
AUGURI CAPITANO!

(il regalo che ti è arrivato è indispensabile per partire...)


domenica, 12 dicembre 2010

17

AUGURI FATINA!


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BUON COMPLEANNO



martedì, 14 dicembre 2010

Quanto manca a Natale...

 
11 giorni.
6 giorni effettivi di scuola.
Colloqui con 22 genitori.
Un incontro con una assistente sociale.
Una tombola con un centinaio di alunni e relativi nonni.
14 lavoretti da finire.
14 quaderni a righe di prima in cui evidenziare le righe sottili almeno nelle prime pagine.
Una contrattazione d'istituto da concludere e e firmare.
6 ore di corso sulla dislessia e l'apprendimento della letto-scrittura.

Un controllo dalla dietologa (di Werewolf) 
Una pagella da firmare (di Fatina)
Un saggio di pattinaggio(di Fatina)
Un numero non ben determinato di ore di allenamento di pattinaggio (idem...)
Un costume per il saggio che arriverà due giorni prima del saggio (...forse...) e che sarà da completare (…sicuramente...)

Un sabato mattina dal parrucchiere per rifare la tinta (attività opzionale)
Un passaggio in auto per portare il nonno in ospedale..
Un intervento all'anca del nonno.
Numero non quantificabile di ore di ansia davanti alla sala operatoria.
Numero variabile di telefonate per comunicare come è andato l'intervento del nonno.
Numero non individuabile di tragitti casa-ospedale e ospedale-casa per far visita al nonno.
20 cicli di lavaggio in lavatrice (numero basato sull'elaborazione di dati statistici).
70 ore di sonno (circa...: dato tendente al ribasso)


sabato, 25 dicembre 2010
buon-natale-3













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